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Giorgio Armani a Parigi per la Haute Couture

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Parigi, 26 gennaio 2005. Per tre giorni si svolgerà la Haute Couture parigina. L’invitato eccezionale è Giorgio Armani che, con l’atteso esordio di Armani Privè, nuova avventura dello stlista milanese, questa volta nell’Alta Moda, ha conquistato una platea gremita di star e vip: Nathalie Baye, Emmanuelle Beart, Penelope Cruz, per citare solo alcune delle dive accorse, oltre a Barbara Berlusconi, figlia del premier e amica personale dello stilista.
Per il suo debutto all’ombra della Torre Eiffel, ha preferito un piccolo e sobrio loft in pieno centro con appena cento posti a sedere (non gli piacciono le calche milanesi) per presentare in chiave moderna una moda ricca e preziosa, tutta da portare in serate stravaganti o eccezionali. Trentadue abiti da “Madame” primi Novecento, silhouette che si avvitano sul corpo come un calice e che poi si stringono. Pochi i colori, soprattutto il bianco e il nero, dei rosa e qualche grigio, un solo bizzarro tocco di giallo chartreusè, pensando forse che il giallo sia il sole che illumina la collezione. Stupore ammirato per i cappelli eccentrici e architettonici e la linea del fondo schiena, sottolineata dalle scollature e dall’avvitamento delle gonne attorno alla vita. “Se è disegnato ed evidenziato nel modo giusto dal vestito, il sedere di una donna è importante ed elegante», dice compiaciuto Giorgio Armani.

I 32 modelli, con prezzi oscillanti tra i 18 mila e i 70 mila euro, saranno venduti (in realtà provati e prenotati con le dovute modifiche e la garanzia di esclusività) per tre giorni a Parigi, poi andranno a New York, Los Angeles, Hong Kong. A Milano non arriveranno perché – precisa lo stilista milanese – non è lì che va la clientela dell’alta moda.
Dunque l’Italia mantiene il suo rango di provincia, sempre più provinciale.
Si dice ormai da parecchio tempo che l’Alta Moda sia in crisi, di affari s’intende. Ma il bravo Armani non è d’accordo: “Bisogna toglierle – spiega – tutta questa idea sbagliata di grandeur, bisogna ricondurla a una dimensione più privata, più attenta all’eleganza che alle foto sui giornali”. Sì, è giusto, ma le donne del mondo si cibano di rotocalchi ben confezionati da esperti della foto e delle messe in scena.