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Elenco dei membri del regime iracheno nelle mani degli USA

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Con la presa sotto custodia da parte delle autorità militari Usa dell’ex viceprimo ministro iracheno Tareq Aziz, sono 12 gli esponenti del deposto regime di Saddam Hussein catturati o consegnatisi alle forze anglo-americane, e che figurano nel mazzo di 55 carte inventato dagli americani a scopo divulgativo. Ecco la lista degli ex membri del regime iracheno attualmente detenuti, con la data della cattura o della resa.

12 aprile

AMIR HAMMUDI HASSAN AL SAADI, esperto di chimica e consigliere scientifico di Saddam Hussein. Si è arreso a Baghdad davanti alle telecamere della tv tedesca Zdf. Era il 7 di quadri e il numero 55 della lista.

13 aprile

WABAN IBRAHIM HASSAN AL TIKRITI, fratellastro di Saddam, ex ministro dell’interno, catturato vicino al confine con la Siria. Era il 5 di picche e il numero 51 della lista.

17 aprile

BARZAN IBRAHIM HASSAN AL TIKRITI, altro fratellastro di Saddam, catturato a Baghdad dai militari americani. Ex finanziere del rais, ex capo dei servizi ed ex ambasciatore all’Onu dal 1988 al 1997. Era il 5 di fiori e il numero 52;

SAMIR AL AZIZ AL NAJIM, presidente regionale del partito Baath a Baghdad est, catturato dai curdi presso Mossul e consegnato agli americani. Era il 4 di fiori e il numero 24.

18 aprile

ABDEL KHALEQ ABDEL GHAFUR, ministro dell’istruzione superiore e ricerca scientifica. Era il 4 di cuori e il numero 54.

19 aprile

HIKMAT IBRAHIM AL AZZAWI, ministro delle finanze e vicepremier, catturato dalla polizia irachena e messo sotto custodia dalle forze della coalizione. Era l’8 di quadri e il numero 45. 20 aprile;

JAMAL MUSTAFA ABDALLAH SULTAN AL TIKRITI, vicecapo degli affari tribali, si consegna agli esponenti del Congresso nazionale iracheno (Inc). Era il 9 di fiori e il numero 40.

21 aprile

MOHAMMED HAMZA ZUBAYDI, membro del Consiglio di comando della rivoluzione (Ccr), viene catturato dagli ‘iracheni liberì ad Al Hilla, circa 80 km a sud di Baghdad, e consegnato agli americani. Era la donna di picche e il numero 18.

23 aprile

ZUHAYR TALEB ABDEL SATTAR AL NAQIB, direttore dell’intelligence militare, si consegna alle forze americane in Iraq. Era il 7 di cuori e il numero 21.

MOHAMMAD MEHDI SALEH, ministro del commercio. Era il 6 di cuori e il numero 48.

MUZAHIM SAAB HASSAN AL TIKRITI, comandante dell’ aviazione militare. Era la donna di quadri e il numero 10 della lista.

24 aprile

TAREK AZIZ ( Michael Yuhanna), viceprimo ministro, già ministro degli Esteri. Era l’8 di picche e il numero 43 della lista.

A tutti questi si aggiungono altri che non figuravano nella lista dei 55, tra cui l’ex capo del dipartimento America dei servizi segreti iracheni, SALIM SAID KHALAF AL JUMAYLI, catturato il 23 aprile; lo scienziato nucleare JAFFAR AL JAFFAR, consegnatosi prima della metà di aprile alle autorità di un non precisato paese mediorientale e messo a disposizione degli americani; lo scienziato IMAD HUSAYN ABDALLAH AL-ANI, che si è consegnato il 18 aprile agli americani e che sarebbe stato il cervello dei programmi iracheni per il gas nervino e per la guerra biochimica.

27 aprile

Il generale HOSSAN MOHAMMED AMIN AL YASIM, il funzionario che ha tenuto i contatti tra il governo iracheno e gli ispettori Onu, è stato catturato dalle forze alleate. Lo ha annunciato il Comando Centrale americano in Qatar. Amin, ex direttore del sistema di controllo degli ispettori Onu per il disarmo ed ex direttore del Dipartimento Nazionale Iracheno per il Monitoraggio, è il numero 49 sulla lista dei 55 super-ricercati dagli alleati, dopo il crollo del regime di Saddam Hussein. Nel mazzo delle carte statunitensi dei ricercati, amin rappresenta il 6 di fiori. Per il momento il CentCom non aggiunge altri dettagli sull’arresto. Il generale è una delle figure chiave nei programmi di armamento di Saddam Hussein e dovrebbe possedere una conoscenza dettagliata di tutti i sistemi d’arma iracheni illegali, ammesso che ve ne siano. A capo del dipartimento Monitoraggio c’è stato per più di un decennio ed è un ex ingegnere delle comunicazioni dell’aeronautica. Ha una fama di fedelissimo di Saddam. Amin è un sunnita di Mosul ed era l’unico autorizzato a parlare dei programmi d’armamento iracheni. Fu lui, con i suoi uomini, a impedire agli ispettori delle Nazioni Unite di entrare nei palazzi presidenziali e in altri «siti sensibili» nella primo giro d’ispezioni terminato nel 1998. Nel 1980 l’ingegner Amin fu inserito nel Comitato tecnico e scientifico militare, assieme al generale Amer Rashis, ministro del petrolio, e Amir al-Saadi, il consigliere agli armamenti di Saddam, arrestato nei giorni scorsi dagli americani. Il comitato fu poi allargato all’Organizzazione per l’industrializzazione militare, che produceva le armi irachene più letali. Amin è considerato vicino al figlio di Saddam che doveva essere successore del rais, Qusau, comandante della Guardia repubblicana. Lo scorso anno le attenzioni dell’intelligence Usa pare si sono concentrate su di lui perché sarebbe stato uno dei funzionari iracheni invitati ad abbandonare il rais.

28 aprile

Arrestato l’ex ministro del petrolio iracheno ed ex consigliere di Saddam Hussein AMER MOHAMMED RASHID che si è consegnato agli americani. L’ex ministro era il numero 47 nella lista americana dei 55 più ricercati fra gli alti funzionari dell’amministrazione di Saddam e il sei di picche del mazzo dei «wanted». RASHID, prima di essere nominato ministro, era un generale noto come «missile man», a causa del suo ruolo nella messa a punto di questo tipo di armaera andato l’anno scorso in pensione all’età di 65 anni. La moglie di Rashid, la microbiologa RIHAD TAHA, è altrettanto o forse più nota: è «Dr. Germ» secondo il soprannome che le è stato dato a causa delle sue responsabilità nel programma iracheno di armi biologiche. Anche lei è ricercata dagli americani. L’arresto del marito potrebbe permettere di sapere che fine ha fatto la donna.

Inoltre si è consegnato WALID HAMID TAWFIK, ex governatore di Bassora, come è stato comunicato dal Congresso nazionale iracheno (Inc). TAWFIK AL-TIKRITI è l’8 di fiori nel mazzo americano e 44mo nella lista dei 55 più ricercati. Tawfik è stato accompagnato in auto dal padre a Bagdad.

5 maggio

Catturata “miss Antrace”, esperta irachena di armi chimiche e batteriologiche. E’ stata catturata in Iraq HUDA SALIH MAHDI AMMASH, nota come “miss Antrace”, era il 5 di cuori. Si tratta di una delle più pericolose esperte del programma di armi chimiche e batteriologiche del regime di Saddam. La sua cattura è stata resa nota da fonti del Pentagono. (Agr)

22 maggio

E’ stato arrestato un altro dei membri del regime di Saddam Hussein, si tratta di Aziz Sajih Al-Numan: era il numero 8 della lista delle 55 persone ricercate, diffusa nei giorni della guerra in Iraq. Al-Numan era uno dei vertici del partito del rais, il Baath, e governava Karbala e Najaf. Il suo arresto è stato reso noto dal Comando centrale statunitense, che coordina le operazioni in Iraq. (Agr)

Vedi altri articoli:

Già venduti oltre 700 mila mazzi. Carte dei ricercati iracheni: successo su internet. Un mazzo è offerto sul web al prezzo speciale di 5,95 dollari (5,45 euro). Due mazzi più il poster a 19,95 dollari

Washington, 24 aprile 2003. Il ministro del Commercio Mahdi Saleh, il sei di cuori, è stato catturato mercoledì (Reuters). Vanno a ruba negli Stati Uniti i mazzi di carte con l’immagine dei «più ricercati» tra gli esponenti del regime di Saddam Hussein. Sono già stati venduti infatti oltre 700 mila mazzi dell’edizione «ufficiale» delle carte nei primi dieci giorni di commercializzazione, ha rivelato Louis Amoroso, fondatore della Greatusaflags.com di Lake Forest (Illinois), azienda che ha l’esclusiva per la distribuzione delle carte prodotte dalla United States Playing Card Co. di Cincinnati (Ohio). Quest’ultima società è la titolare del marchio del jolly rosso e giallo del mazzo distribuito ai soldati americani in Iraq. Chi vuole produrre un mazzo in proprio non può usare il jolly della Playing Card Co.

Un mazzo di carte è offerto in prezzo speciale a 5,95 dollari (5,45 euro) al posto di 9,95 (9,13 euro), più ovviamente le spese di spedizione. Due mazzi di carte più il poster dei ricercati (per metterci una croce sopra quando cadono in mani americane) sono scontati a 19,95 dollari (18,30 euro) al posto di 34,95 (32 euro). 24 aprile 2003

Per saperne di più vai ai siti:

http://www.greatusaflags.com/ http://www.usplayingcard.com/

Catturate tre «carte del mazzo» e un outsider. Altri quattro gerarchi nelle mani degli Usa. Il generale Zuhayr al Naqib, ex direttore dell’intelligence militare e preda ambita dalla Cia, si è consegnato a Bagdad

Bagdad, 24 aprile 2003 – Nel giro di poche ore, le forze militari americane in Iraq hanno accorciato di tre nomi la lista dei 52 super-ricercati del regime di Saddam Hussein e hanno catturato un quarto personaggio importante, un esponente dell’intelligence che non figurava nell’elenco, ma che forse conosce i nomi delle spie irachene negli Usa. Adesso un quinto del mazzo, 11 carte, è composto da persone che si trovano nelle mani degli americani.

LE CATTURE – A consegnarsi ai soldati Usa o a finire in manette nel corso di operazioni delle forze speciali sono stati, ieri, l’ex comandante dell’Aviazione militare, Muzahim Saab Hassan al Tikriti, numero 10 della lista («regina di quadri» nel mazzo); il generale Zuhayr al Naqib , ex direttore dell’intelligence militare (numero 21, «7 di cuori»); l’ex ministro del Commercio Mohammed Mehdi Saleh (numero 48, «6 di cuori»); Salim Said Khalaf al Jumayli , che non figurava nel mazzo, presunto ex capo del desk americano dell’intelligence irachena.

NAQIB – Il generale Naqib, una delle prede più ambite per la Cia, si è consegnato a Bagdad sotto gli occhi dei giornalisti. Naqib ha detto di non essersi sempre trovato d’accordo con Saddam, ma si è dipinto come un militare che prendeva ordini, sostenendo che non avrebbe avuto, anche volendo, la possibilità di prendere le distanze dal regime. Il generale ha descritto il caos nelle forze militari in seguito all’attacco americano e ha respinto le accuse degli Usa sull’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq. 24 aprile 2003

Lo hanno annunciato la Cnn e la Abc. Tarek Aziz nelle mani degli americani. Le forze militari Usa hanno bloccato in Iraq l’ex vice primo ministro del governo di Saddam

Bagdad, 24 aprile 2003 – L’ex vice primo ministro iracheno Tarek Aziz è attualmente sotto la custodia delle autorità militari americane. La notizia, data da Cnn e Abc, è stata poi confermata dal comando americano in Qatar.

Aziz, unico cristiano fra le più alte personalità del regime, figurava al numero 43 nella lista dei 55 super-ricercati del Pentagono e nel «mazzo di carte» dei latitanti era stato classificato come l’8 di picche. Ma Aziz è uno dei volti più noti sul piano internazionale dell’ex regime iracheno e la sua cattura era ritenuta di grande importanza a Washington, anche se non gli era stato assegnato uno dei primissimi numeri nella lista. Il Pentagono per il momento non ha diffuso informazioni sulle modalità della cattura. Non si sa se Aziz sia stato trovato dalle forze militari Usa o si sia consegnato. Con Aziz, sale a 12 – su 55 – il numero degli esponenti del regime iracheno sotto la custodia americana.

SECONDO LA ABC SI SAREBBE CONSEGNATO – Secondo il network televisivo americano Abc, Tarek Aziz si è consegnato alle autorità militari degli Usa. Aziz sarebbe stato segnalato l’ultima volta a Bagdad, dove avrebbe avuto nella giornata di mercoledì contatti con gli americani per una trattativa per la resa.

SODDISFAZIONE DI BUSH – Con un sorriso il presidente americano George W. Bush ha mostrato il pollice rivolto verso l’alto quando i giornalisti accreditati alla Casa Bianca gli hanno chiesto di confermare la detenzione in Iraq di Tarek Aziz, l’ex viceprimo ministro artefice della politica estera di Saddam Hussein. Bush ha fatto il segno di risposta positiva mentre rientrava alla Casa Bianca dall’Ohio, dove aveva visitato una fabbrica di carri armati. 24 aprile 2003

LA SCHEDA : Il volto «perbene» del regime e unico non musulmano

La notizia della sua cattura, riporta stasera i riflettori sul vicepremier iracheno Tareq Aziz, definito in passato il volto presentabile del regime di Bagdad. Michael Yuhanna, che poi cambierà il proprio nome in Tareq Aziz, è nato nel 1936 a Mossul nel nord dell’Iraq. Laureato in lingua e letteratura inglese, Aziz è l’unico cristiano e cattolico, della Chiesa caldea, in una leadership tutta musulmana. Giornalista, poi ministro dell’Informazione, Aziz è stato a capo degli Esteri per otto anni, in particolare durante il periodo della guerra del Golfo del 1991. Subito dopo l’invasione del Kuwait da parte delle truppe irachene, nell’agosto 1990, sembrò che il raìs di Bagdad volesse disfarsi di Aziz, ma il crescente isolamento del regime iracheno spinse di nuovo Saddam a servirsi di lui per poter aprire un ponte con la comunità internazionale. Membro del Comando del Consiglio della Rivoluzione, per la sua imperturbabilità, per la grande conoscenza dei meccanismi della diplomazia e per la sua fedeltà al regime è stato definito anche il “Gromiko di Baghdad”. Non alto di statura, occhiali da presbite, era l’uomo del regime, dopo Saddam, più conosciuto dall’opinione pubblica internazionale. Il vicepremier iracheno il 14 febbraio è stato ricevuto per un colloquio di circa mezz’ora dal Papa (nella foto Reuters) e si è incontrato anche con il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e con il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Il giorno dopo è stato accolto dai frati minori nel convento di Assisi e in quell’occasione si è inginocchiato a pregare davanti alla tomba di San Francesco. Dinanzi alle continue pressioni esercitate dagli Usa perchè la dirigenza irachena si dimettesse, Tareq Aziz aveva risposto: «Qualcuno non comprende che siamo patrioti. Noi in Iraq siamo nati e in Iraq moriremo».

CACCIA GROSSA DI RICERCATI IRACHENI: Un mazzo di carte da pocker con le facce del regime

Lo stratagemma spiegato dal generale Vincent Brooks. Carte da poker con le facce del regime. A tutti i soldati Usa sarà distribuito un mazzo con i volti dei 55 ricercati iracheni. La foto di Saddam sull’asso di picche

Bagdad, 11 aprile 2003. Un poker d’assi per sbancare il tavolo. E per catturare i leader del regime iracheno. Lo stratagemma, spiegato ai giornalisti dal generale Vincent Brooks, del Comando centrale alleato, servirà ad imprimere nella mente delle migliaia di marines i nomi ed i volti degli uomini e delle donne ai quali dare la caccia. L’idea è questa: mazzi di 55 carte da poker con le effigi di altrettanti leader iracheni del regime appena disintegrato da distribuire ai soldati americani.

RAIS – Una foto al centro di ogni carta, con Saddam Hussein sull’asso di picche ed il figlio «delfino» Qusay sull’asso di fiori. E poi a seguire tutti gli altri 53 ex potenti di Bagdad ora inseriti dagli Stati Uniti nella lista dei «most wanted». Da catturare, vivi o morti.

MAZZI DI CARTE – Lo scopo è quello di imprimere nella mente delle migliaia di militari americani entrati in Iraq i nomi ed i volti di questi uomini, e donne, cui dare la caccia. Inoltre, le liste con i nomi dei ricercati saranno diffusi, su poster e volantini, anche fra la popolazione civile irachena.

JOLLY – Non manca nella lista, e nel mazzo, il ministro dell’Informazione, Mohammed Saeed al Sahaf, l’uomo che era diventato in queste tre settimane di guerra l’immagine del regime fino alla sua scomparsa, subito dopo la sua migliore delle performance, quando, mentre i carri armati statunitensi erano ormai nel centro della cittá, ha cercato di convincere i giornalisti che «tutto era sotto controllo». «Ci sono dei buffoni in questo mazzo, non ci sono dubbi» ha detto Brooks, che ha scherzato sul doppio significato in inglese di «joker», il jolly delle carte. 11 aprile 2003

Tre sarebbero stati già uccisi, tra questi Alì il Chimico. Caccia all’uomo: ricercati 50 leader del regime. Gli Usa vogliono i capi vivi o morti. La dichiarazione della Casa Bianca:«Il regime è finito. I combattimenti continuano»

Washington, 11 aprile 2003. Vivi o morti. E’ partita la caccia all’uomo: sono almeno 50, Saddam Hussein incluso, i capi del regime che gli Stati Uniti hanno inserito nella lista dei ricercati. L’elenco con le informazioni dettagliate è già stato consegnato ai comandanti delle truppe Usa sul campo, che saranno attivamente impegnate in questa gigantesca caccia all’uomo. Lo rivela il quotidiano statunitense Washington Post.

WANTED – Dei cinquanta ricercati, definiti «il peggio del peggio», Alì il Chimico (Ansa), tre sono probabilmente già stati uccisi durante le operazioni militari, tra cui anche Alì il Chimico. Gli altri, invece, sembrano essere scomparsi. Venerdì mattina è stata bombardata la casa del fratellastro di Saddam, Barzan Ibrahim Hassan, ex capo della polizia segreta, anche lui nella lista. Nessuno però sembra avere un’idea di dove siano finiti Saddam, i figli Uday e Qusay, il vicepremier Tarek Aziz e gli altri potenti di Bagdad.

DIFFICOLTA’ – Anche se la caccia continua con tutti i mezzi possibli, ufficialmente lo stesso Centcom comincia a minimizzare l’importanza di catturare gli ex del regime: «Al punto in cui siamo non è poi cosiì importante», ha detto il portavoce del comando in Qatar, il generale Victor Renuart. Ma molti ufficiali dell’intelligence, protetti dall’anonimato, fanno sapere che, al contrario, la cattura dei leader sarebbe psicologicamente importante per un’efficace conclusione dell’operazione Iraqi Freedom. Ne sono convinti anche gli analisti.

Bagdad,19-APR 09:14 catturato il ministro delle finanze iracheno. – Preso a Bagdad Hikmat al Azzawi, il ministro delle finanze iracheno. L’annuncio è stato dato da fonti statunitensi. Il politico, catturato dalla polizia irachena, è stato consegnato ai militari americani che ora lo tengono in custodia. Il ministro compariva nella lista dei super ricercati stilata nei giorni scorsi dalle autorita’ americane. Era il numero 45. (Agr)

L’arrestato era il quattro di fiori nel mazzo di carte dei ricercati. Iraq, catturato un leader del partito Baath. L’uomo, Samir Abd al-Aziz al-Najim, è stato consegnato la notte scorsa alle forze della coalizione da un gruppo di curdi

Washington, 18 aprile 2003. Fuori un’altra carta. Gli americani hanno un uomo in meno da cercare fra quelli raffigurati nel loro super-mazzo di carte dei ricercati iracheni. Le forze della coalizione hanno catturato un leader del partito Baath, che il generale Vincent Brooks ha definito «uno dei maggiori ricercati in Iraq». La notizia è stata data dal generale Brooks in un briefing al quartier generale del Comando Centrale, in Qatar, teletrasmesso in mondovisione.

IL RUOLO DEI CURDI – Il generale ha detto che l’uomo è stato consegnato alle forze della coalizione dai curdi ed è stato «positivamente identificato». Si ritiene, ha aggiunto Brooks, che l’uomo abbia «conoscenza di prima mano» dei meccanismi del partito Baath. I curdi lo hanno consegnato ai militari statunitensi la scorsa notte nei pressi di Mossul. Al-Najim era il responsabile regionale del partito Baath a Bagdad est ed era il quattro di fiori nel mazzo di 55 carte, solo 52 delle quali rappresentano un esponente del regime, distribuite alle forze americane per aiutarle a identificare i ricercati.

IL MAZZO SI COMPLETA – È di giovedì l’annuncio della presa di Hasan al-Tikriti, uno dei consiglieri del rais, catturato da forze Usa giovedì a Bagdad. Era il 5 di fiori. Il 13 aprile è stato il turno di Watban Ibrahim al-Tikriti, ex ministro degli Interni, anch’egli preso a Mosul, contrassegnato dal 5 di picche. 18 aprile 2003

La cattura è avvenuta a Bagdad, per gli Usa con l’aiuto di iracheni . Preso un altro fratellastro di Saddam. Era il «5 di fiori» del mazzo dei ricercati Usa, il secondo dei tre parenti stretti di cui uno già catturato il 13 aprile

Bagdad, 17 aprile 2003. Hasan al-Tikriti, uno dei consiglieri del rais, è stato catturato da forze Usa giovedì a Bagdad. Viene considerato una figura importante del governo iracheno con «una profonda conoscenza del funzionamento del regime», come ha spiegato il portavoce del Comando Centrale statunitense, generale Vincent Brooks. Il consigliere di Saddam era il 5 di fiori

LA FAMIGLIA – Hasan è uno dei tre fratellastri del rais, ed il secondo ad essere catturato dalle forze alleate: Watban Ibrahim al-Tikriti, ex ministro degli Interni, era stato fatto prigioniero il 13 aprile nei pressi di Mosul. Hasan, ha spiegato Brooks, è stato arrestato a Bagdad grazie alle informazioni della popolazione locale: «Stiamo facendo molte domande, in modo da ottenere la massima quantità di informazioni da questo arresto», ha spiegato Brooks, per il quale l’effettiva importanza della cattura dei fratellastri di Saddam rimane da valutare.

PEZZI PICCOLI – Nel mazzo di 55 carte che ritrae i dirigenti iracheni ricercati dai comandi alleati Barzan era il cinque di fiori, mentre Watban era il cinque di picche. 17 aprile 2003

Catturato dai peshmerga curdi mentre scappava in Siria. In mano americana il «5 di picche». Watban Ibrahim Hasan al-Tikriti, ex ministro dell’Interno, è un altro fratellastro di Saddam ma non della sua stretta cerchia

Washington, 13 aprile 2003 – È in mano americana anche il «5 di picche», il n° 51 della lista dei 55 più ricercati in Iraq. Si tratta di un altro fratellastro di Saddam Hussein, Watban Ibrahim Hasan al-Tikriti, figlio del secondo matrimonio della comune madre. È stato catturato nei giorni scorsi dai peshmerga curdi mentre cercava di fuggire in Siria ed è stato consegnato alle forze americane. La notizia, diffusa dalla tv curda e da fonti del Partito democratico del Kurdistan, è stata confermata dal Pentagono.

EX MINISTRO DELL’INTERNO – Watban, ministro dell’Interno dal 1991 al 1995 e responsabile di posti di grande rilevanza nel regime fino alla sua caduta, è stato arrestato a Rabia, una località a nord-ovest di Mosul. I peshmerga lo hanno sorpreso mentre cercava di raggiungere il villaggio siriano di al-Yarubiyah, diviso da Rabia solo dal valico di frontiera. Un fratello di Watban, Barzan al-Tikriti, anche lui fratellastro di Saddam, è morto nei giorni scorsi nel bombardamento della sua fattoria nella regione di Ramadi. Watban era consigliere presidenziali ma, secondo il Pentagono, Saddam non si fidava più di tanto di lui e non faceva parte della cerchia più ristretta dei collaboratori del rais. 13 aprile 2003

Mobilitati esperti internazionali per salvare i felini – Svuotato zoo di Bagdad: restano solo tigri e leoni. I saccheggiatori hanno portato via orsi, cammelli, scimmie e cavalli. Gli animali superstiti rischiano la morte per fame

Bagdad, 17 aprile 2003 – Che nel saccheggio di Bagdad la folla si portasse via mobili, cibo ed automobili era prevedibili. Ma che si rubassero dallo zoo anche scimmie, orsi e cammelli ha lasciato tutti di stucco. Eppure è proprio quello che è successo.

SACCHEGGIO INDISCRIMINATO – I saccheggiatori hanno fatto sparire dallo zoo citadino cavalli, cammelli, uccelli di ogni genere, scimmie, persino orsi. Non c’è più nulla, sembra un deserto; anche perchè le povere bestie scampate all’assalto sono fuggite dalle gabbie lasciate aperte, disperdendosi chissà dove, e magari finendo preda di sciacalli non meno famelici di quelli che prima stavano dietro le sbarre. La smagrita tigre Mandor, tra i pochi animali ancora presenti allo zoo di Bagdad (Reuters). Gli unici ospiti rimasti sono i grandi felini, sette leoni e due tigri, troppo scomodi da portare via persino per il bandito più esperto. Se qualcuno non interverrà, la loro sorte non sarà migliore di quelle degli ex compagni di prigionia: stanno infatti morendo di fame.

RESTA SOLO IL VECCHIO CUSTODE – A fare compagnia ai felini resta solo il vecchio custode, Hashim Mohammed Hussein, che va a trovarli spesso, anche se non può fare niente per aiutarli: l’ultima volta in cui le belve sono state nutrite a sufficienza risale ormai a una decina di giorni fa, appena prima che irrompessero le truppe di invasione americane. Occorrerebbero 5 chilogrammi di carne a testa ogni giorno, per un controvalore di 80.000 dinari, pari a circa 30 euro: somma che in Iraq, non solo di questi tempi, rappresenta un’autentica chimera. Quasi fosse una parodistica anticipazione in campo animale della democrazia promessa agli iracheni da George W. Bush, nello zoo abbandonato languono non solo fiere qualsiasi, ma anche quelle che erano fino a ieri vanto del regime: come Mandor, un esemplare di tigre siberiana un tempo stupendo e adesso, ventenne, ridotto pelle e ossa, senza nemmeno più la forza di tendere la testa verso Hashim quando vuole accarezzarla; non appena si rende conto che è tornato ancora a mani vuote, la lascia crollare nella polvere. È un dramma nel dramma che andò in scena anche a Kabul dopo la caduta dei Talebani, e che allora costò al vita all’unico, vetusto leone superstite, per di più ferito.

ESPERTI INTERNAZIONALI – A Bagdad intento si attendono zoologi di fama internazionale che si prendano cura dei rari sopravvissuti: ma nell’anarchia del dopoguerra, non si sa proprio se arriveranno in tempo. Uno degli esperti mobilitati è Lawrence Anthony zoologo sudafricano della protezione animali. «Vado laggiù per verificare lo stato in cui si trovano gli animali dello zoo, sofferenti per la mancanza d’acqua e di energia elettrica», ha spiegato Anthony. «Sappiamo che la gente è molto preoccupata anche per la sorte dei felini ospitati nelle gabbie dei palazzi presidenziali di Baghdad. Gli animali, infatti, si trovano in gravi condizioni di malnutrizione» ha aggiunto l’esperto. 17 aprile 2003

Secondo l’Abc l’11 aprile avrebbe tentato di trattare la resa. Iraq: Stati Uniti a caccia di Saddam Hussein. Usa Today rivela: la Cia ritiene possibile che il rais si muova di continuo all’interno del Paese mediorientale

Bagdad, 22 aprile 2003 – Saddam Hussein è vivo? O le notizie che lo danno in giro per l’Iraq sono solo frutto di una sindrome da vascello fantasma? Anche se non c’è alcuna certezza l’ipotesi di lavoro, per i militari americani e l’intelligence Usa, è che Saddam sia vivo e si stia nascondendo all’interno del Paese mediorientale. Come lui, sarebbero ancora vivi e ancora in Iraq diversi alti funzionari del regime.

RIVELAZIONI – Usa Today cita alcuni funzionari americani che rivelano: non sappiamo dove sia e se sia ancora vivo ma lavoriamo sul presupposto che sia effettivamente ancora vivo. Disposto a scommettere sul fatto che il rais sia vivo è Vincent Cannistraro, ex capo del controterrorismo della Cia. Cannistraro fa notare che quando il 9 aprile le forze Usa entrarono a Baghdad non avevano ancora completato l’accerchiamento della città. Il Rais e i suoi più stretti collaboratori avevano un’opportunità di fuga. Lunedì, il capo del Congresso nazionale iracheno Ahmed Chalabi aveva detto in un’intervista alla Bbc di sapere che Saddam e i suoi figli sono ancora in Iraq. L’emittente americana AbcNews, inoltre, ha reso noto che l’11 aprile (due giorni dopo la presa di Baghdad) un emissario di Saddam avrebbe cercato di contattare i militari Usa per negoziare la resa (o l’esilio) del Rais. 22 aprile 2003

In mano americana Muhammad Hamza Zubaydi. Catturata la «donna di picche» È l’ex membro del Concilio del comando rivoluzionario, la massima dirigenza irachena

Bagdad, 21 aprile 2003 – È stato catturato e consegnato agli americani Muhammad Hamza Zubaydi, ex membro del Concilio del comando rivoluzionario, la massima dirigenza irachena. L’arresto è avvenuto a Hillah, a sud di Bagdad, ha detto all’agenzia France Presse un portavoce di uno dei principali movimenti di opposizione, il Congresso nazionale iracheno. Hamza Zubaydi rappresentava la donna di picche nel mazzo dei 55 dirigenti iracheni più ricercati dagli Usa. 21 aprile 2003

Iraq: arrestato il generale Amin, 6 di fiori. Il militare, ex direttore del sistema di controllo degli ispettori Onu per il disarmo, è il n.49 nel mazzo di carte Usa dei ricercati . La notizia diffusa dal Comando centrale americano in Qatar

Camp As Sayliyah (Qatar) 27 aprile 2003 – Il generale Hossan Mohammed Amin al Yasim, il funzionario che ha tenuto i contatti tra il governo iracheno e gli ispettori Onu, è stato catturato dalle forze alleate. Lo ha annunciato il Comando Centrale americano in Qatar.

IL 6 DI FIORI – Amin, ex direttore del sistema di controllo degli ispettori Onu per il disarmo ed ex direttore del Dipartimento Nazionale Iracheno per il Monitoraggio, è il numero 49 sulla lista dei 55 super-ricercati dagli alleati, dopo il crollo del regime di Saddam Hussein. Nel mazzo delle carte statunitensi dei ricercati, Amin rappresenta il 6 di fiori. Per il momento il CentCom non aggiunge altri dettagli sull’arresto.

L’UOMO DELLE ARMI – Il generale è una delle figure chiave nei programmi di armamento di Saddam Hussein e dovrebbe possedere una conoscenza dettagliata di tutti i sistemi d’arma iracheni illegali, ammesso che ve ne siano. A capo del dipartimento Monitoraggio c’è stato per più di un decennio ed è un ex ingegnere delle comunicazioni dell’aeronautica. Ha una fama di fedelissimo di Saddam. Amin è un sunnita di Mosul ed era l’unico autorizzato a parlare dei programmi d’armamento iracheni.

I SUOI RUOLI CHIAVE – Fu lui, con i suoi uomini, a impedire agli ispettori delle Nazioni Unite di entrare nei palazzi presidenziali e in altri «siti sensibili» nella primo giro d’ispezioni terminato nel 1998. Nel 1980 l’ingegner Amin fu inserito nel Comitato tecnico e scientifico militare, assieme al generale Amer Rashis, ministro del petrolio, e Amir al-Saadi, il consigliere agli armamenti di Saddam, arrestato nei giorni scorsi dagli americani. Il comitato fu poi allargato all’Organizzazione per l’industrializzazione militare, che produceva le armi irachene più letali. Amin è considerato vicino al figlio di Saddam che doveva essere successore del rais, Qusau, comandante della Guardia repubblicana. Lo scorso anno le attenzioni dell’intelligence Usa pare si sono concentrate su di lui perché sarebbe stato uno dei funzionari iracheni invitati ad abbandonare il rais. 27 aprile 2003

Selma Dawood, la zia di Tarek Aziz, non ha dubbi sulla sua colpevolezza di criminale

Bagdad 21 aprile 2003. Selma Dawood ha 75 anni, la voce arrochita dalle sigarette e il tono duro. Anche se accanto al tavolo ha una foto del nipote ricevuto in udienza da Giovanni Paolo II, l’anziana signora non ha dubbi: lui – suo nipote Tarek Aziz – «è un criminale. Gli americani dovrebbero arrestarlo». Il «New York Times» a Bagdad è andato a cercare la famiglia di Tarek Aziz, primo ministro del regime caduto, uno degli uomini più vicini a Saddam Hussein, l’unico cristiano a occupare un posto di rilievo nella gerarchia del regime baathista.

Selma è una devota cattolica caldea (come Aziz), non sa dove sia il nipote e la cosa non sembra importarle: «Che lo arrestino pure, se lo meriterebbe. A me non importa niente di lui, non ho niente da spartire con Tarek». E la zia nega che Aziz abbia mai fatto qualcosa di buono per la comunità cristiana irachena: «Non ha fatto niente, zero. Zero. Lui è molto, molto crudele. Saddam è finito. Per noi va bene, ora siamo felici: grazie a Dio e agli americani». 21 aprile 2003.

«Due figlie e una moglie di Saddam in mani Usa». Le donne si sarebbero consegnate spontaneamente alle forze americane. Chalabi: “Il rais è in continuo movimento in Iraq”. Lo riferisce la tv iraniana. Non ci sono conferme

Bagdad, 27 aprile 2003 – Le due figlie e una moglie di Saddam Hussein si sarebbero consegnate spontaneamente alle forze della coalizione Usa nel nord dell’Iraq. Lo riferisce la tv iraniana al Alam. Non ci sono, al momento, conferme della notizia. La tv al-Arabia afferma invece che la moglie di Saddam Hussein, Sajda, e le sue figlie sarebbero giunte in un villaggio del nord dell’Iraq, sotto la protezione di alcuni capi tribù locali.

SADDAM – Sempre oggi il leader dell’opposizione irachena, Ahmad Chalabi, ha rilasciato un’intervista al corrispondente della Fox News, nel quale conferma le sue rivelazioni circa gli spostamenti del dittatore iracheno Saddam Hussein. «E’ sempre in movimento. I suoi figli, poi, si trovano in un posto diverso. Ma credo che i soldati della coalizione riusciranno a catturarli presto. Anche se ho paura di una cosa. Che Saddam voglia farsi saltare in aria nel momento in cui si rende conto che sta per essere catturato. So che ha chiesto alla polizia segreta cinte esplosive, del tipo di quelle usate dai kamikaze», ha dichiarato Chalabi. 27 aprile 2003

Amer Mohammed Rashid si è consegnato agli americani. Arrestato l’ex ministro del petrolio iracheno. La notizia diffusa dal Comando centrale di Doha. Ex consigliere presidenziale, era il sei di picche nel «mazzo dei ricercati»

Doha (Qatar) 29 aprile 2003 – Il Centcom, comando centrale militare statunitense nel Qatar, ha comunicato che l’ex ministro del petrolio iracheno Amer Mohammed Rashid è stato arrestato. Il Centcom ha precisato che sue truppe hanno preso in consegna Amer Rashid Muhammad, ex ministro del petrolio iracheno e ex consigliere presidenziale di Saddam Hussein. Il comando centrale militare americano ha precisato in un suo comunicato che l’ex ministro si è arreso lunedì 28 aprile senza fornire ulteriori dettagli. L’ex ministro era il numero 47 nella lista americana dei 55 più ricercati fra gli alti funzionari dell’amministrazione di Saddam e il sei di picche del mazzo dei «wanted». L’arrestato, prima di essere nominato ministro del petrolio, era un generale noto come «missile man», a causa del suo ruolo nella messa a punto di questo tipo di arma. Dopo essere stato nominato ministro, Rashid era andato l’anno scorso in pensione all’età di 65 anni. La moglie di Rashid, la microbiologa Rihab Taha, è altrettanto o forse più nota: è «Dr. Germ» secondo il soprannome che le è stato dato a causa delle sue responsabilità nel programma iracheno di armi biologiche. Anche lei è ricercata dagli americani. L’arresto del marito potrebbe permettere di sapere che fine ha fatto la donna.

L’ANNUNCIO DI BUSH – La guerra è finita: l’annuncio è atteso per giovedì prossimo dallo stesso presidente George Bush. Il prossimo primo maggio, infatti (che in America non è la festa del lavoro) il presidente parlerà alle truppe e alle nazione a bordo della portaerei Uss Abraham Lincoln, di ritorno dal Golfo. Secondo fonti della Casa Bianca, in quell’occasione il presidente annuncerà la chiusura della fase dei combattimenti militari. Da quel momento, tutta l’attenzione degli Usa si concentrerà sul processo di ricostruzione e sulla transizione politica in Iraq. E lunedì, parlando agli iracheni del Michigan, il presidente Bush tra le varie altre cose aveva ribadito l’impegno americano a costruire una vera democrazia in Iraq e a sconfiggere «l’eredità del dittatore Saddam». Ma aveva anche precisato: «Il lavoro di costruzione di un nuovo Iraq richiederà diverso tempo». 29 aprile 2003

Il pocker d’Assi.

ASSO DI PICCHE Saddam Hussein

Il dittatore iracheno, 66 anni compiuti il 28 aprile, è scomparso. L’ultima traccia, un video trasmesso due giorni fa, che sarebbe stato girato il 9 aprile

ASSO DI FIORI Qusay Hussein

Il figlio minore di Saddam, 36 anni, era a capo della Guardia Repubblicana e aveva il comando delle forze irachene a Bagdad

ASSO DI CUORI Uday Hussein

Nessuna notizia nemmeno di Uday, il primogenito del raìs, 39 anni. Secondo il Wall Street Journal potrebbe trattare la resa, insieme al fratello

ASSO DI QUADRI Mahmud al-Tikriti