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Il presidente ciampi incuriosito del nuovo marchio per venezia, voluto dal sindaco costa e realizzato da mathieu e starck

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IL LEONE ALATO PROTEGGERA’ L’IMMAGINE DI VENEZIA. Presentato al Presidente della Repubblica, venerdì 14 febbraio 2003, il marchio della città d’arte più nota al mondo. L’autorevole competenza di Philippe Starck per la scelta finale al fianco dell’Amministrazione Comunale.

Servizio di Angelo Miatello, Alcide Boaretto e Jeanne Belhumeur

Il Sindaco di Venezia Paolo Costa ha presentato al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il nuovo marchio d’immagine della città. Nel corso del successivo incontro con la Stampa presso l’Associazione della Stampa Estera a Roma, sono state illustrate le motivazioni che hanno portato alla creazione del marchio. E’ stato anche delineato il progetto che il Comune si propone di realizzare, concedendo selettivamente in licenza il marchio stesso alle società o enti di tutto il mondo che ne faranno richiesta e che, così facendo, parteciperanno direttamente al mantenimento del bene culturale di Venezia ed alla rinascita economica ed intellettuale della città. Una trasposizione del leone alato, il simbolo più rappresentativo di Venezia, l’emblema riconosciuto in tutto il mondo. Un volto fiero, dai tratti marcati, che racchiude in sé gli elementi fondamentali della città, con il suo passato e la sua ricchezza: la storia, l’autorevolezza, la saggezza e la conoscenza, ma anche il sogno che annuncia il futuro, ricco di nuove sfide e traguardi da raggiungere.

Anche la scelta cromatica è stata fatta in nome della tradizione veneziana. Infatti, nella maggior parte dei gonfaloni (bandiere) veneziani i due colori di base sono sempre stati l’oro e il rosso, sebbene i colori ufficiali dello Stato veneziano fossero l’azzurro e il giallo. Per la realizzazione del marchio il Sindaco Paolo Costa si è avvalso della competente collaborazione di Philippe Starck, il celebre architetto designer francese che, a titolo personale e spontaneo, ha affiancato l’Amministrazione Comunale nella scelta finale del nuovo simbolo, nella elaborazione dei concept fondamentali che il marchio avrebbe dovuto trasferire e nella identificazione una serie di studi grafici internazionali ai quali poter affidare questo compito impegnativo, procedendo poi alla selezione e definizione finale del marchio più rappresentativo. La scelta è caduta sul marchio disegnato dal graphic-designer francese Thibaut Mathieu dello studio Cake Design di Parigi, autore di importanti loghi commerciali, che ha presentato la proposta più avvincente e che, affinando i dettagli grafici sotto le indicazioni di Philippe Starck, ha dato origine al marchio di Venezia.

“Nell’individuazione del marchio il riferimento al nostro leone alato è stato un elemento importante” – dichiara soddisfatto il Sindaco Paolo Costa – “la creatività ha saputo dar forma ad un’idea astratta e tutta da realizzare. Finalmente potremo proporre un unico logo nel mondo, limitando il proliferare di marchi improvvisati presenti oggi sul mercato che stanno sfruttando l’immagine della città a fini commerciali e di lucro. Venezia ha il suo marchio, che permetterà al Comune di mettere ordine fra la miriade di loghi esistenti, dando un segno forte ed unico alla sua rappresentazione iconografica nel mondo. Il logo sarà un ulteriore strumento per legare a Venezia i suoi molti amici nel modo che, aderendo volontariamente al progetto, diventeranno protagonisti del mantenimento di un bene culturale che appartiene al mondo e alla riviltalizzazione economica, sociale e culturale della città. Tramite le royalties versate dalle aziende che lo utilizzeranno, stimiamo di originare un flusso considerevole di denaro da destinare alla città”.

“L’obiettivo” – prosegue Costa – “è di raccogliere proventi da destinare alla rinascita economico, sociale ed intellettuale di Venezia, che, non più solo meta turistica, si propone come un “luogo del pensiero”, un luogo che, grazie alle nuove tecnologie, può attirare cervelli da tutto il mondo pronti a partecipare ad una riconversione del suo tessuto economico culturale anche con forme imprenditoriali innovative. E’ risaputo quanto sia difficile oggi per le Amministrazioni Comunali fare i conti con i tagli dei finanziamenti statali destinati alle comunità locali. E’ quindi quanto mai necessario percorrere nuove strade anche indipendenti dal Governo, che possano assicurare, nel tempo, le risorse di base per offrire ai propri cittadini nuovi stimoli imprenditoriali, nuove occasioni di rilancio”. Da oggi dunque “il leone alato” potrà essere dato in licenza alle aziende di tutto il mondo, affinché sia coerentemente applicato a prodotti, eventi e servizi che, oltre a contraddistinguersi per la loro qualità, sappiano infondere in chi ne usufruisce il senso di partecipazione alla tutela del patrimonio veneziano. “Non ci sono preclusioni” – spiega Costa – “qualsiasi tipologia di bene o servizio, e quindi anche di evento, potrà avvalersi di questo marchio a fronte di un comprovato standard qualitativo che noi ci impegneremo a verificare prima di concedere la licenza”. Philippe Starck non ha dubbi; al progetto ha creduto fin dal suo primo incontro a Parigi con il Sindaco, dove ha dimostrato un grande entusiasmo e forte partecipazione al buon esito della ricerca iconografica. “Venezia” – dichiara il designer – “non è più una Repubblica, ma non è semplicemente una città! Venezia è un’idea, unica al mondo. E’ necessario e quanto mai urgente che questa idea abbia una rappresentazione unica. Il leone alato appare la scelta più evidente: forza e mistero. Un’immagine classica, finemente modernizzata per creare un’icona a-temporale, che rispecchia l’immagine di Venezia. Artigli nel passato e ali nel futuro. E la V, la V di Venezia, affinando il volto del leone promette le Vittorie di Venezia sulle sue future sfide!” Dall’inizio del road-show internazionale, nel corso del quale è stato presentato il progetto del marchio per Venezia, molte sono le società che, da diverse parti del mondo, si sono mostrate particolarmente interessate alla possibilità di utilizzare il nuovo logo ancora prima di averlo visto, un segnale importante e, soprattutto, di buon auspicio per il marchio nascente. Per maggiori informazioni ci si potrà rivolgere all’Ufficio Marchio del Comune di Venezia.

Allegati

Venise va lancer son copyright afin de préserver son image (13/09/02)

Venise va lancer sa marque officielle sous forme d’un logo qui a été sera choisi par un comité d’experts, dont le designer français Philippe Starck et la créatrice de mode italienne Laura Biagiotti, a annoncé jeudi à Paris, le maire de la ville, Paolo Costa. “L’idée est de créer un label officiel de la ville qui permette un retour économique de son image”, a précisé M. Costa lors d’une conférence de presse. Plus de 30 agences, dont 12 italiennes et 5 américaines, concourent pour réaliser ce logo dont les royalties seront affectées aux travaux de sauvegarde du patrimoine de la cité des Doges et à sa modernisation. Le vainqueur sera présenté le 19 décembre à New York. “60 %%%% de la population mondiale connaît le nom de Venise qui est devenu un outil de communication très utilisé; 148 marques américaines, 70 marques japonaises utilisent le nom de la ville de façon impropre”, a souligné le maire. Il a précisé qu’il n’était pas question d’interdire ou de monnayer Venise mais simplement d’apporter “une réponse innovante” au besoin de ressources considérable pour un patrimoine “qui appartient à toute l’humanité. Il a cité comme exemple le label “I love New York” créé il y a 25 ans et qui a contribué à forger une image forte à la métropole américaine. Il a affirmé que plus de 2000 entreprises utilisaient ce logo et payaient des millions de dollars de royalties par an réinvestis par l’administration de l’Etat de New York. Philippe Starck, qui participait à la conférence de presse, a indiqué qu’il habitait par intermittence à Venise, où il possède trois maisons sur l’île de Burano, dans la lagune. “J’habite à Venise car c’est le meilleur endroit du monde pour réfléchir” a-t-il affirmé.

Venise souhaite déposer son nom comme marque afin de sauvegarder son patrimoine (31/07/2002)

La mairie de Venise a décidé de bénéficier de la renommée de la Cité des Doges à travers le monde, pour protéger et restaurer son patrimoine. En effet, Paolo Costa, le maire de la ville est sur le point de lancer un concours permettant de choisir un logo identifiant Venise. Le lauréat, qui sera désigné en décembre prochain à New York, devra avoir trouvé un logo qui servira de support à l’instauration d’une marque Venise. L’idée sous-jacente à ce projet est de faire payer toute personne qui voudrait utiliser le nom et l’image de Venise, l’argent étant destiné à financer la restauration du patrimoine culturelle (palais, églises, musées). En effet, rien qu’aux Etats-Unis, 148 marques utilisent le nom de Venise. La mairie de Venise, souhaite donc aujourd’hui obtenir sa “part du gâteau”. K.B.

Un marchio per Venezia. Il Comune di Venezia ha indetto una gara internazionale per la creazione di un copyright che tuteli la più nota città d’arte al mondo (27 luglio 2002)

Venezia avrà presto il suo marchio di qualità. E’ questo il progetto che l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Paolo Costa, vuole realizzare per la città lagunare entro la fine dell’anno. E’ stato infatti lanciato oggi, venerdì 26 luglio 2002, un bando di gara internazionale destinato alle agenzie di comunicazione e ad altri soggetti legati al mondo del design e alla creatività, per la realizzazione di un marchio che sappia esprimere l’idea di Venezia quale patrimonio unico al mondo e che possa divenire garanzia di qualità dei prodotti, dei servizi e degli eventi sui quali venga apposto. Ciò che viene richiesto ai candidati è la definizione di un marchio-logotipo, di uno studio di marketing e comunicazione finalizzato al corretto posizionamento del marchio stesso nei principali mercati internazionali e di un piano strategico per la sua affermazione, la sua commercializzazione e per l’organizzazione dell’attività di licensing. “Dopo approfondite ricerche, in collaborazione con lo studio legale internazionale White & Case – Varrenti e Associati” – dichiara Paolo Costa, Sindaco di Venezia – “abbiamo constatato l’esistenza di un numero elevatissimo di marchi oggi sul mercato in cui Venezia è citata impropriamente. Da qui, dunque, l’esigenza di creare un marchio ufficiale, riconosciuto in tutto il mondo, che tuteli e valorizzi l’immagine della città lagunare. Questo progetto esprime il nostro sforzo creativo di dare ordine alle azioni di tutela e di valorizzazione di un patrimonio storico-artistico unico come il nostro”. Il marchio dovrà quindi esprimere un’attenta interpretazione dei concetti proposti e delle sue applicazioni, con una particolare cura dell’aspetto creativo, per legarlo alla prestigiosa immagine di Venezia. “La nostra intenzione” – prosegue Costa – “è infatti quella di concederlo poi in licenza, affinché sia coerentemente applicato a prodotti, eventi e servizi che, oltre a contraddistinguersi per la loro qualità, sappiano infondere in chi ne usufruisce il senso di partecipazione alla tutela del patrimonio veneziano. Una città d’arte può così esprimere i suoi valori attraverso un marchio che ne rinnovi l’immagine e che permetta un’azione concreta di salvaguardia delle sue opere, delle sue tradizioni e dei suoi abitanti. Esempi come questo ce ne sono pochissimi al mondo. Il caso più simile è senza dubbio il marchio “I love New York” che ha consentito alla metropoli americana la creazione di un’immagine forte della città in tutto il mondo e di tutelare al tempo stesso prodotti e servizi. Con lo stesso spirito vogliamo oggi tutelare e promuovere l’immagine di Venezia. Intendiamo destinare i proventi dell’operazione marchio a interventi di salvaguardia e sviluppo della città”. Un panel di personalità di rilievo internazionale, ha accettato l’invito del Sindaco Paolo Costa di affiancare il Comune di Venezia nel suggerire un orientamento strategico alla scelta del progetto del suo marchio. Del gruppo fanno parte nomi illustri come Natalia Aspesi (giornalista di La Repubblica), Tom Dixon (designer), Marino Folin (rettore dell’Università di Architettura di Venezia), Piero Lissoni (architetto), Philippe Starck (designer), Dejan Sudijc (direttore della rivista Domus). L’attività di promozione del progetto avrà inizio a Venezia il 6 settembre p.v., con una conferenza stampa da tenersi in occasione della Biennale di Architettura, e proseguirà con un road-show che toccherà alcune fra le principali città del mondo (Parigi, Tokyo, Hong Kong) per poi concludersi a dicembre a New York con la presentazione del marchio prescelto.

D’accordo sul progetto è Philippe Starck, da anni cittadino veneziano e proprietario di diverse case a Burano: “Per me – ha detto il noto designer – Venezia non dovrà diventare mai un parco di attrazioni, un indirizzo per turisti. Può essere il futuro cervello del mondo. Intanto Venezia è il miglior posto per riflettere, la pianta della città assomiglia ad un cervello e si trova al centro esatto dell’Europa. Mi piace invitare lì dei ‘cervelli’ per produrre idee e qualità, vorrei che tutti loro si trasferissero a Venezia”.

Un Leone arrabbiato per il marchio di Venezia Di Manuela Pivato (La Tribuna, 15 febbraio 2003)

(…) lo tiene magicamente in equilibrio sulla V di Venezia. Potrebbe rappresentare senza problemi la marca di una moto da cross e invece sarà il simbolo della città lagunare in ogni angolo del mondo, concesso in licenza a chi ne farà richiesta. L’ha partorito l’architetto Philippe Starck, che in Francia è un semidio e a Ca’ Farsetti ha sollevato il sindaco Costa dalla grana del logo, passata prima per un inglorioso concorso internazionale che si è concluso senza vincitori e poi risoltasi con l’offerta dello stesso Starck: ci penso io. Quel che ne è uscito è un compromesso storico tra il vigore del vecchio leone, l’uggia di Cacciari e la fronte spaziosa del rettore di Architettura, Marino Folin. Nessun riferimento estetico a Costa, ma fa niente. Messo in saccoccia il disegno, il sindaco è volato ieri a Roma, per presentare il marchio al presidente della Repubblica Ciampi che molto amabilmente l’ha ricevuto al Quirinale, pur avendo – supponiamo – ben altri pensieri per la testa. Un trionfo. Anche il capo dello Stato, dunque, sa come Venezia esporterà se stessa nei cinque continenti e come ci lucrerà sopra, cancellando finalmente centinaia di marchi usurpatori che usano il nome di Venezia come fosse carta igienica. I profitti non mancheranno. La Japan Airline ne ha già fatto richiesta per i suoi voli verso l’Italia, dove milioni di giapponesi, viaggiando col leone sulla coppa del sedile, si sentiranno già un po’ in laguna. Nessuna preclusione, avverte Costa, qualsiasi servizio o evento potrà avvalersi del marchio «a fronte di un comprovato standard qualitativo». Niente paccottiglia, dunque, e dopo la Venice di Las Vegas è un sollievo. Per Starck, invece, è stato un colpaccio. Il suo nome volerà sull’unica ala del suo leone in simbiosi con Venezia, che, come ha spiegato per illustrare il senso del logo, «non è più una repubblica, ma non è neanche semplicemente una città: è un’idea, unica al mondo e come tale aveva bisogno di una rappresentazione unica. Il leone alato, tra forza e mistero: artigli nel passato e ali nel futuro». Banale ma verbalmente efficace. Un po’ più rilassato non gli avrebbe fatto male. A ben guardarlo, vien da offrirgli un Maalox.

«Che impressione quel marchio» Il «Leone» presentato a Ciampi Operazione di immagine e cassa di Sebastiano Giorni (15 febbraio 2003, La Nuova Venezia)

«Attenti a non usare il nome di Venezia invano!». Questa la frase che forse non stonerebbe sotto il truce, e quasi ammonitorio, nuovo marchio della città: un leone alato con volto vagamente antropomorfico che campeggia sopra una «V» di Venezia. «La prima volta che lo vidi rimasi impressionato, poi ha iniziato a piacermi ogni giorno di più», è il primo commento ufficiale del sindaco Paolo Costa che ieri mattina – in videoconferenza con il Future Centre Telecom di Venezia – ha presentato il nuovo logo della città nella sede della stampa estera a Roma, dopo un’anteprima riservata con il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Un logo non particolarmente innovativo – si tratta dell’ennesima trasposizione di un leone alato, storico emblema della Serenissima – che però ha proprio in quest’estrema facilità di riconoscimento e identificazione la sua forza. «E’ un marchio popolare che parlerà a tutti», osservano Philippe Starck (il designer che ha illuminato l’amministrazione nella scelta) e l’autore, il grafico francese Thibaut Mathieu, che ieri affiancavano Costa alla presentazione. Un’operazione di immagine con un unico obiettivo, economico: fare cassa per le spese dei servizi della città. «Venezia ha già molti simboli che la rappresentano, ma questo permetterà di dare un segno forte ed unico alla sua rappresentazione iconografica nel mondo, in cui ci sono migliaia d’attività che ne sfruttano nome o immagine», spiega Costa, convinto che il marchio sarà richiestissimo. «Ho già registrato in campo internazionale un’ampia disponibilità a pagare per usare il leone, ora bisogna vedere cosa si concretizzerà, ma è certo», afferma sorridendo il sindaco, «che se il logo frutterà una qualsiasi frazione di quello che – con lo stesso sistema – incassa New York, allora prevedo un futuro economico finalmente roseo per la città». Non solo royalties, ma anche un contrassegno di qualità. Questo, almeno nelle intenzioni, il ruolo che l’amministrazione affida al nuovo simbolo che, d’ora in poi, affiancherà i maggiori eventi veneziani – Carnevale, Redentore e Regata Storica in primis – e sarà selettivamente concesso con licenza a quelle società, enti o aziende che ne faranno richiesta. Non sarà obbligatorio per chi vuole sfruttare il nome evocativo di Venezia. «Ma il leone identificherà gli amici di Venezia, quelli cioè che pur sfruttandone per lucro la forza evocativa, verseranno alle casse comunali il pagamento dell’uso. Un sistema», annuncia il sindaco, «che ha l’obiettivo di raccogliere proventi da destinare alla rinascita economico-sociale della città, aiutandola ad investire in progetti che le consentano di uscire dalla monocutura turistica». Belle parole in attesa di vedere quale sarà la vera ricaduta dell’iniziativa la cui prima uscita, che sarà resa nota nei prossimi giorni, sarà per una manifestazione veneziana. Intanto non resta che abituarsi all’austera fierezza di questa nuova moeca che seppur riproducibile nelle più diverse colorazioni ha nella scelta del rosso e oro, i colori della bandiera di S. Marco, la sua veste ufficiale.

La storia. Tra bocciature e rinascite di s.g.

Arrivare al logo-marchio per Venezia non è stata un’operazione facile. A ricordarlo ieri è stato lo stesso Costa. Il progetto era stato presentato un anno fa e avrebbe dovuto concretizzarsi entro lo scorso dicembre con una conferenza stampa prevista a New York. La giuria incaricata di scegliere il logo aveva infatti bocciato tutti i candidati che si erano presentati. A quel punto Costa ha deciso di avvalersi della collaborazione del famoso designer francese Philippe Starck, già presidente della precedente giuria, che ha affiancato l’amministrazione nella scelta del nuovo simbolo, nella elaborazione dei concetti fondamentali che il marchio avrebbe dovuto trasferire e soprattutto nella identificazione di una serie di studi grafici internazionali ai quali poter affidare il compito, procedendo poi alla selezione e definizione finale del logo. La scelta è caduta sul marchio disegnato dal graphic-designer francese Thibaut Mathieu dello studio Cake Design di Parigi, autore di numerosi loghi commerciali per importanti industrie automobilistiche e case di moda, la cui proposta ha convinto Philippe Starck.

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