Settecentosessanta nove in meno. Tra il 31 dicembre scorso e il 30 settembre di quest’anno, il comune di Venezia ha perso un bel po’ di residenti, confermando la tendenza al calo. Calo che dura ormai dal lontano 1969; nel ’68 si arrivò al massimo storico di 367.832 unità. A fine settembre, in base ai dati del Servizio Statistica e Ricerca di Ca’Farsetti, gli abitanti del capoluogo sono scesi sotto le 269mila unità. Da quando il Cavallino è diventato comune autonomo, nel 1999, a Venezia si sono perduti più di ottomila residenti.
La diminuzione della popolazione ha colpito soprattutto centro storico ed estuario. La terraferma invece ha sostanzialmente mantenuto i propri residenti: grazie all’incremento di popolazione in alcuni quartieri, che ha compensato il forte calo di Mestre centro. Grazie anche al forte incremento dei cittadini stranieri iscritti all’anagrafe. Il numero di stranieri residenti è aumentato anche in centro storico e nell’estuario, ma non è bastato a compensare la perdita di residenti “nostrani”. Al 30 settembre, nel centro storico c’erano 61.901 persone, 30.749 nell’estuario. All’inizio dell’anno si era a quota 62.296 (meno 395 in 9 mesi) nella città storica, 31.035 (meno 286) nell’estuario. Si tratta del minimo storico del dopoguerra: nel 1951 a Venezia abitavano ufficialmente 174.808 persone, nell’estuario 44.037.
I quasi 62mila residenti del centro storico sono, in base ai dati aggiornati quotidianamente dal Servizio Statistica e Ricerca comunale, prevalentemente donne: 33.311, contro 28.590 maschi. San Marco-Castello la zona più abitata, con 37.340 residenti ufficiali. Ma è anche la zona che ha perduto più abitanti: meno 344 dall’inizio dell’anno. Dorsoduro e Giudecca (24.561 residenti) hanno contribuito solo con 51 unità al calo della popolazione. Crescono gli stranieri: 3.236 quelli regolari a fine settembre, 152 in più in nove mesi. Per quanto riguarda l’età, ben 21.300 residenti sono tra i 41 e i 64 anni, seguiti da sessantacinquenni ed ultra, con 17.696 unità. Segue la classe d’età tra i 19 e i 40 anni: 14.800, mentre tra zero e cinque anni ci sono 2.723 persone. Insomma, Venezia è una città di anziani: lo conferma l’alto numero di vedovi e vedove, 6.700 in totale; per la gran maggioranza (5.717) sono donne. Numerosi i divorziati e divorziate: ben 1.778. Anche in questo caso, sono più numerose le donne: 1.082, contro 696 maschi. Il totale delle famiglie del centro storico è, al 30 settembre, di 31.629 unità: quasi la metà (15.053) è formata da un solo componente; un altro segnale, assieme all’elevato numero di anziani, della fragilità sociale della città storica. Rare le famiglie oltre i 5 componenti, soltanto 161.
DallAlbum Ricordo di Venezia, edito da A. Zachis, San Marco, 69 (Inizio secolo) DallAlbum Ricordo di Venezia, edito da A. Zachis, San Marco, 69 (Inizio secolo)
DallAlbum Ricordo di Venezia, edito da A. Zachis, San Marco, 69 (Inizio secolo) DallAlbum Ricordo di Venezia, edito da A. Zachis, San Marco, 69 (Inizio secolo)
Quanto alla composita realtà dell’estuario, a perdere abitanti è soprattutto il Lido, che al 30 settembre aveva 17.504 residenti, meno 158 da inizio anno. In calo anche Pellestrina, con 4.243 unità (meno 35), Murano (5.625, meno 67) e Burano-Torcello (3.377, meno 26). La popolazione femminile è in maggioranza, come nel centro storico: 16.219 le donne, 14.530 gli uomini.
Gli stranieri sono 779, appena 28 in più nei primi 9 mesi dell’ anno; 590 i divorziati, dei quali 348 donne. Le vedove sono enormemente più numerose dei vedovi: 2.621 le prime, 485 i secondi, per un totale di 3.106. Quanto all’età, oltre la metà dei residenti ha più di 41 anni. Per l’esattezza, 10.512 sono tra i 41 e i 64, e 8.254 sono più anziani; sotto i 5 anni, 1.433 residenti. A fine settembre l’estuario contava su 13.584 nuclei familiari, dei quali “solo” 4.646 formati da una persona. Per due terzi (3.015), le famiglie monocomponente sono al Lido.
Fin qui le statistiche. In base alle previsioni elaborate dal Comune, nel 2010 il centro storico dovrebbe scendere sotto i 60mila residenti e l’estuario sotto i 30mila; ma c’è il rischio che la non rosea previsione possa avverarsi, di questo passo, con un anno d’anticipo.