Edilizia nel Veneto: un boom che esploderà come altri settori trainanti?

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L’economia veneta, lo dicono le statistiche e i maggiori accreditati professionisti del settore finanziario (non quelli pagati per raccontare bugie), è in crisi da due anni e mezzo. L’export non tira più e molte sono le aziende che chiudono. Ma, come succede in altre due regioni “gonfie di lavoro” l’economia continua a sfornare nuove aziende che, però viste con la lente d’ingrandimento, ci lasciano qualche dubbio.
“L’ultimo dato sul saldo tra natalità e mortalità delle imprese, il consuntivo del 2004 – ci precisa un dirigente delle Camere di Commercio – indica una crescita di 2.045 società, il che porta il totale a 145.600. Come incremento demografico di imprese, il Veneto è terzo dietro Emilia Romagna e Lombardia. Non male per un anno grigio, con i settori trainanti, tessile e mobile-arredo, che hanno subito flessioni pesanti nell’export”.
“Questo risultato buono, tuttavia, non significa – aggiunge Mariano Brumat – che gli allarmi sullo stato di salute dell’economia nordestina siano ingiustificati. Anzi. In modo meno eclatante e diretto dei 35 mila posti di lavoro a rischio a causa delle delocalizzazioni, anche il dato di Infocamere coglie un aspetto della debolezza strutturale che non è più come una volta multisettoriale”.
E d’altronde se abbiamo la pazienza di andare in giro con l’auto ci accorgeremo che smolti sono i capannoni vuoti e non si capisce come mai ci siano ancora tanti Comuni che si affannano e sgomitano in Regione veneto per avere nuove concezioni edilizie. Aree industraili, artigianali, residenziali, miste…quando la popolazione non cresce più del 0,2 per cento.
Davud Macaulay
“Più di metà delle nuove imprese registrate operano, guarda caso nell’edilizia, che si conferma attualmente l’unico volano a disposizione – sottolinea Adriano Sartor di Montebelluna. Ma il settore immobiliare è ormai stragonfio a livello di guardia. Sorgono condomini, case a schiera, villaggi turistici, complessi residenziali come funghi. E per non bastare, i sindaci di quet’era si fanno belli per sbandierare immediate trasformazioni d’insediamenti urbanistici, quasi fossimo senza case e uffici dove andar dormire o fare gli impiegati”.
A Castelfranco si continua ad approvare nuovi insediamenti, alcuni dei quali discutibili e criticati dalle forze politiche. “Non si cerca di riempire i vuoti o ad abbattere il degrado del centro storico. A macchia di leopardo si innalzano piccoli grattacieli, palazzine, condomini, senza un’idea generale, una pianificazione del territorio intelligente e consona alle esigenze moderne di salute pubblica, di buon vicinato, di sentirsi appartenere ad un Comune e non ad una periferia alla “Zanni”, immobiliarista condannato dal tribunale di Treviso per un falso in bilancio”, si sfoga l’avv. Pierluigi Zingarelli.
Cielo nuvoloso di agosto (n. 2) Tramonto a Marghera Tramonto a Marghera Cielo nuvoloso di agosto (n. 1)

I nostri esperti interrogati confermano a mezza voce, incrociando le dita, che le cose non stanno andando bene. Temono che esploda la bolla speculativa. In altre parti d’Europa è già successo.
I prezzi delle abitazioni nel Veneto negli ultimi 4 anni hanno corso in modo esagerato e per certi versi anormale. Non parliamo di Venezia dove un buco al pian terreno (esente acqua per modo di dire) ti sparano centomila euro (cioè duecento milioni di vecchie lire). Quello che era venduto a 500 milioni (cioè mezzo miliardo) nel 2003, oggi l’agenzia con vetrina te lo propone a 500 mila euro (cioè a circa un miliardo di lire). Nessuno lo ha fermato e nessuno al mondo si è pensato di aprire un’inchiesta. Tre quarti degli affitti sono in nero o con contratti a breve termine, stagionali per studenti o per stranieri (“ad uso foresteria”, “contratto per non residente”, “contratto di un anno”). I proprietari di piccoli immobili veneziani (standard di 50/75 metri quadri, ricavati da ex appartamenti da 130 metri quadri) sono gelosissimi delle proprietà. Hanno paura, non si sa mai…E se devo venderlo? Chi mi aiuterà a buttare fuori l’inqulino? Secondo il nostro modesto avviso, la Mairie di centro sinistra invece avrebbe potuto fare qualcosa. Non è solo questione di “domanda e offerta”, il mercato di Venezia è in mano ai faccendieri.
L Edvard Munch (1863-1944) Laura e Isaia Laura e Isaia davanti allo squero
Ma il boom dell’edilizia è ampiamente spinto dalle banche, quelle stesse che davano una volta capitali a giosa a chi aveva un capannone e ci metteva dentro in leasing una catena di macchine.
“E’ prassi infatti che un’azienda edile apra un cantiere, faccia una società ad hoc con 20 mila euro di capitale sociale e chieda un milione di euro in prestito. Fino a che il mercato tira, tutto procede” – sghignazza Marco Folin, imprenditore edile. L’effetto leva, come lo chiamano gli economisti milanesi, funziona. Le plusvalenze delle vendite, anche perché abbondantemente in nero, coprono i costi e gli interessi passivi. E qui subentra il quid politico tutto italiano”. Tutti lo sanno ma nessuno osa di indagare. I prezzi degli immobili sono affissi sulle vetrine, sul taccuino dell’agente immobiliare, dentro il PC dell’agenzia, stampati a caratteri cubitali sui mensili specializzati, “prezzo impegnativo”, “trattative riservate”. Dunque non dovrebbero sussistere logiche fraudolose. Il mercato è trasparente come l’acqua san benedetto (pompa a Paese). Come mai l’agente chiede sempre al cliente se vuole la fattura. Ma chi vuole pagare il 20 per cento di iva se non per scaricarla? Dunque agente, impresario, cliente finale sono d’accordo nell’imbrogliare lo Stato ed il notaio attesta che sia tuuto regolare “compravendita quietanzata, vero signori?”. Si vedono agenti immobiliari ricchissimi in soli cinque o dieci anni con parco macchine da faraoni, persino trasformarsi in commercianti, co-impresari di società Srl, Spa, Sas per azioni, registrate ad hoc dal notaio amico per la gestione di un unico complesso edilizio per poi essere cancellate al momento della consegna delle chiavi.
Per il dr. Adriano Spilinbergo, consulente a Treviso, “Un giro vorticoso che ha visto in quest’ultimo decennio un pollulare di nuove vetrine di agenzia francesing o private anche nei paesi più stupidi della provincia. Sono spariti i piccoli negozi di alimentari, macellai, fruttivendoli e sono nate le agenzie immobiliari di compravendita, di affittanza, di gestione immobiliare, di case vacanze, di attività commerciali ed immobili, di costruzioni, di investimenti e vacanze al mare, di studioimmobiliare, di agenzia immobiliare pianeta casa, di acquisizioni, valorizzazioni ed ogni altra vostra esigenza…e potremmo continuare all’infinito e raccogliere in un glossario la fraseologia ricca e ripetitiva di titoli e sottotitoli. Un agente pretende il 6 per cento di commissione (3+3). A volte però chi vende è già d’accordo che gli basta l’1 per cento (mezzo nero e mezzo fatturato). Con due o tre viaggi dall’agenzia al luogo dov’è situato l’immobile si arriva all’affare. L’agente si mette in tasca su 200.mila euro la bellezza di dodicimila euro o quattromila fatturati e cinquemila in nero. E’ una piaga. Non hanno preparazione, sono giovani assolti come primo lavoro, forse precedentemente hanno fallito a scuola o fatto i più disparati lavori da cameriere, operaio, dj. Si presentano male, non sanno nemmeno tenere un discorso, devono leggere le particolarità dell’immobile al PC, forse non avendolo mai visto prima “scusi è la mia collega (o mio padre) che se ne occupa…”. Con il paravento della targa autoadesiva dell’associazione di categoria sulla porta d’ingresso, vorrebbero far credere che sono seri, preparati, professionalmente corretti”.
Uno sguardo fuori del finestrino del treno Fotografi accaniti alla Mostra
Double face on the train Mangiona
Ma se il meccanismo si dovesse inceppare, com’è successo cinque anni fa a Ginevra e Losanna? Il problema è proprio qui. I segnali che la grossa bolla sia vicina a scoppiare o quanto meno a sgonfiarsi, ci sono tutti. Nell’ultimo quadrimestre si è registrato il minor incremento dei prezzi delle abitazioni dal 2000. Inoltre la lunga stagione dei tassi di interesse bassi si sta chiudendo. In sostanza c’è il rischio che nei prossimi mesi aumenti l’invenduto e che il denaro preso a prestito in banca costi di più. L’effetto combinato di questi due elementi comporta un solo risultato: è molto probabile una moria di società edili, come del resto sarebbe giusto che finisse. A conferma che la logica localistica è assolutamente inadeguata ad affrontare i problemi strutturali dell’economia veneta, l’origine dello sgonfiamento della bolla del settore immobiliare, sta proprio a Francoforte. La BCE ha deciso che è arrivato il momento di fermare la corsa del mattone, fenomeno comune a tutta Europa, ed ha avvisato che alzerà i tassi di interesse. A voi dunque la chiusura di quest’articolo che in una rivista culturale come la nostra è solo indirettamente coinvolta, come tutti fenomeni sociali che in questi anni ci attanagliano.
On. Silvio Berlusconi Scatolette di Viagra
Il discorso vale per chi come noi si batte da tempo contro quei signori che si sono impossessati del Comune per i propri comodi. Ci saranno sempre stati gli speculatori, ma assistere ad un tale scempio di territorio con una propaganda buonista governativa ed un sindaco che invece di migliorare la salute pubblica incrementa l’inquinamento fa venire i brividi. Non una notizia bella attorno alla Pala di Giorgione, come del resto al parco di villa Revedin Bolasco che ha gli alberi mezzi stecchiti. Tutto tace, “la colpa è del ministro Urbani che non ha dato garanzie” (da recenti articoli apparsi sulla stampa locale) per il suo ritorno e/o per aiutare la Città di Castelfranco a dotarsi di un climabox della Goppion SpA, unico supporto tecnologico che serve a conservare per altri lunghi decenni la preziosa opera del 1500, debitamente restaurata dalla Soprintendenza del Veneto. Ricordiamo per chi non lo sapesse: la Monna Lisa di Leonardo al Louvre sarà conservata in un climabox della Goppion SpA. Comune e Chiesa piangono lacrime di cocccodrillo.