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LA FONDATION BRAILLARD ARCHITECTES DI GINEVRA

Pubblicato il Pubblicato in Arte e cultura, Edilizia, Storia e società

LA “FONDATION BRAILLARD ARCHITECTES”

UNA FONDAZIONE PRIVATA AL SERVIZIO DEL PUBBLICO

I relatori Ola Söderström, Direttore della Fondation Braillard Architectes, Elena Cogato Lanza e Paul Marti, collaboratori, hanno trasmesso un riassunto dei loro interventi presentati all’incontro pubblico di Treviso.

Introduzione: gli obiettivi e l’organizzazione della Fondazione

Per statuto, la Fondazione Braillard persegue i seguenti obiettivi: conservare e valorizzare i fondi d’archivio di Maurice, Pierre e Charles Braillard; contribuire al riconoscimento e alla salvaguardia dei beni architettonici del Ventesimo secolo; incoraggiare le ricerche e realizzazioni innovative in architettura e urbanistica.

Alcune informazioni fattuali sul funzionamento della Fondazione (struttura decisionale, modalità di finanziamento, personale) e le sue attività (archivistica, salvaguardia e ricerca) permetteranno di mostrare come, concretamente, questi obiettivi vengono realizzati. Luogo non solamente di conservazione di una memoria, ma anche d’interrogazione e di ricerca sul presente, la Fondazione intende operare per uno sviluppo qualitativo della città e dell’abitare.

Appunti sulla biografia e l’opera di Maurice Braillard

In questa breve rassegna dell’opera di Maurice Braillard (1879-1965), si sono messi in luce alcuni temi dominanti: la ricerca linguistica ed espressiva che caratterizza la prima produzione architettonica di Braillard, inserita nel movimento di rinascita di un linguaggio vernacolare. La lunga e minuziosa sperimentazione sulle forme e i tipi della residenza, svolta con una particolare attenzione al disegno degli spazi collettivi e di relazione, e inaugurata con la realizzazione del villaggio industriale di Ugine (1908-10). Infine la ricerca in campo urbanistico, sul tema della modernizzazione della città esistente – una modernizzazione estesa simultaneamente alle forme fisiche della città e alla sua gestione – svolta da Braillard anche in veste di Ministro ai Lavori Pubblici durante il governo socialista della “Ginevra Rossa” (1933-36).

Gli archivi della Fondazione e l’impegno

per la salvaguardia del patrimonio architettonico

Si tratta del fondo d’archivio conservato dalla Fondazione Braillard Architectes relativo all’attività di Maurice Braillard e dei suoi figli Pierre et Charles. Verranno illustrati il sistema di classificazione dei quasi 600 progetti conservati, e la gestione informatizzata del fondo basata sul programma di banca dati 4D. Si è rivolta l’attenzione alla particolarità di un archivio che non documenta solo il momento della costruzione ma – in quanto strumento al tempo stesso di studio e di salvaguardia dell’ opera costruita – anche la vita degli edifici, cioè le trasformazioni subite e lo stato attuale. L’impegno della Fondation Braillard Architectes nell’ambito della conservazione dell’opera di Maurice Braillard è stato inserito nel quadro del dibattito più generale sulla politica della salvaguardia architettonica.

L’attività di ricerca

La necessità di conciliare l’architettura e l’urbanistica con una analisi della società costituisce la preoccupazione fondamentale che informa l’attività di ricerca svolta dalla Fondazione in questi ultimi anni. Due ricerche hanno permesso di approfondire le questioni metodologiche che si pongono nel dialogo tra scienze sociali e scienze della costruzione (architettura, urbanistica, etc.) sul tema del rapporto tra le pratiche sociali e i caratteri dello spazio costruito: lo studio del villaggio industriale costruito da Braillard per Paul Girod a Ugine, caso di “urbanistica padronale”; la ricerca “Dall’analisi sociale al progetto urbano”, condotta in collaborazione con il Politecnico e l’Università di Losanna, riguardante le modalità secondo le quali un sapere sugli usi e le pratiche sociali viene tradotto nel progetto urbano contemporaneo in Europa.

Note biografiche sui relatori

Ola Söderström, dottore di Stato in geografia e direttore della Fondation Braillard Architectes. Ha pubblicato Les métamorphoses du patrimoine. Formes de conservation du construit et urbanité (1992) ; Paysage et crise de la lisibilité, (in collaborazione con L. Mondada e F. Panese, 1992); ha curato L’industriel, l’architecte et le phalanstère: discours, formes et pratiques du logement ouvrier à Ugine, (1997). Prepara attualmente un libro sul visivo nella storia e la pratica dell’urbanistica. Ha scritto vari articoli su riviste internazionali di scienze umane.

Elena Cogato Lanza, architetto e collaboratore scientifico alla Fondation Braillard Architectes. Lavora attualmente a una tesi di dottorato presso il Politecnico di Losanna sull’urbanistica a Ginevra tra le due guerre. Su questo tema ha pubblicato, con Paul Marti, “Manière de faire l’urbanisme” in Werk, Bauen + Wohnen. Sull’emergenza della pianificazione del territorio nella Svizzera del dopoguerra ha scritto “Alla scoperta del territorio. Congressi e associazioni di urbanistica in Svizzera negli anni quaranta”, in Tra Guerra e Pace. Società, cultura e architettura nel secondo dopoguerra (in preparazione presso FrancoAngeli a cura di S. Pace).

Paul Marti, storico dell’arte, collaboratore scientifico alla Fondation Braillard Architectes e all’Ufficio per la conservazione del patrimonio architettonico del Comune di Ginevra. Si occupa di architettura moderna e della sua salvaguardia. Oltre alla partecipazione alla mostra “Maurice Braillard pionnier suisse de l’architecture moderne” e alle publicazioni della Fondation Braillard Architectes, ha curato la sezione dedicata a Ginevra della Guide d’architecture Suisse 1920-1990, publicato dalla casa editrice Werk. Nel ambito della coservazione del patrimonio ha sviluppato le procedure di “salvaguardia preventiva” delle realizzazioni di Maurice Braillard e partecipa attualmente alla preparazione d’una giornata di studi sulla politica della conservazione del patrimonio (settembre 1998).

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LA FONDATION BRAILLARD ARCHITECTES

UNE INSTITUTION PRIVÉE AU SERVICE DU PUBLIC

La Fondation Braillard Architectes a été créée le 2 juillet 1987 par Pierre Braillard. Elle a été reconnue d’intérêt public le 13 juin 1988, mais ne reçoit pas de subventions. Ses activités visent à:

. conserver et valoriser les fonds d’archives des architectes Maurice Braillard et de ses fils Pierre et Charles Braillard;

. contribuer à la reconnaissance et à la sauvegarde du patrimoine architectural du XXe siècle;

. encourager la recherche et les réalisations innovantes en matière d’architecture et d’urbanisme.

La création de cette institution fait suite à la découverte fortuite en 1986, dans les combles de l’ancien bureau d’architecte de la famille, de cartables contenant la quasi totalité des projets dessinés et réalisés par Maurice Braillard (1879-1965). Architecte, urbaniste et homme politique, celui-ci est l’auteur d’une oeuvre considérable dont l’importance est aujourd’hui reconnue sur le plan international. Conseiller d’Etat entre 1933 et 1936 dans le gouvernement socialiste dirigé par Léon Nicole, il fut notamment un des pionniers de l’urbanisme en Suisse.

La création de la fondation répondait à la nécessité de protéger les archives récemment découvertes. Elle répondait aussi à l’intérêt croissant que de nombreux spécialistes (historiens, urbanistes, architectes) portaient à l’action et à l’oeuvre de Maurice Braillard.

En ouvrant ses archives à la population, la Fondation Braillard Architectes s’est, dès le départ, donnée pour objectif le service au public. Au cours des dix années écoulées ses activités se sont étoffées et diversifiées, mais continuent à s’inscrire dans cette même perspective d’un service à la collectivité dont l’objectif général est la “mise en culture de l’architecture et de l’urbanisme”.

Mettre en culture l’architecture et l’urbanisme cela signifie concrètement:

. faire connaître une oeuvre et son actualité, et ainsi diffuser une culture architecturale et urbanistique (voir Les archives et La sauvegarde);

. inscrire l’architecture et l’urbanisme dans leur contexte social et culturel (voir L’activité de recherche).

Les archives

A la première définition du but de notre action correspond d’abord l’inventaire et le classement des archives. Au cours des quatre premières années, il s’est en effet agi d’identifier, de regrouper, de restaurer, de numéroter, de microfilmer et de saisir dans une base de données informatique les documents (dessins, textes, photographies) des architectes de la famille Braillard. Grâce à ce travail, la Fondation Braillard Architectes donne depuis plusieurs années un accès aisé à des documents qui permettent de mieux comprendre l’architecture et l’urbanisme genevois de la première moitié du XXe siècle. La publication de deux ouvrages (Marina Massaglia, Maurice Braillard, architecte et urbaniste, Genève, Fondation Braillard Architectes et Georg,1991; Ursula Paravicini et Pascal Amphoux (éd.), Maurice Braillard, pionnier suisse de l’architecture moderne, Genève, Fondation Braillard Architectes, 1993) et l’organisation dès 1993 d’une grande exposition itinérante sur l’oeuvre de Maurice Braillard s’inscrivent dans cette même perspective.

Les archives sont constituées de :

. environ 20’000 documents graphiques (correspondant à plus de 750 projets), dont 14’000 sont répertoriés dans une base de données informatique et font l’objet d’une copie sur microfilm

. près de 2500 cartons d’archives écrites (correspondance, factures, comptabilité, calculs statiques, procès-verbaux de chantiers, soumissions, ventes immobilières, réflexions manuscrites, etc.) soit 250 mètres linéaires

. près de 1000 photographies anciennes et récentes

. 130 tirages originaux signés des photographes de la famille Boissonnas- 100 tirages anciens réalisés par les photographes Jullien, Boesch, Amrein-Graf, M. Kettel, Mandanis et Zimmer-Meylan

. près de 1000 diapositives

. monographies et revues des bibliothèques de Maurice et de Pierre Braillard ainsi que les articles publiés par Maurice Braillard (1930-1961)

Le public de la FBA est constitué par des :

. architectes, employés de régies, propriétaires ou locataires d’immeubles

. professeurs, chercheurs, enseignants et assistants de l’Institut d’Architecture de l’Univbersité de Genève, de l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, de la Faculté des Lettres de l’Université de Genève

. étudiants suisses de l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, l’ Ecole Polytechnique Fédérale de Zurich, Université de Genève, de Lausanne, des écoles secondaires de Genève (Collège, Ecole de Culture Générale), des écoles d’Ingénieurs de Suisse (Genève, Fribourg, Zurich) ou des Arts Décoratifs

. étudiants étrangers préparant une thèse ou un diplôme provenant de Venise, Naples, Grenoble, Paris, etc.

La sauvegarde du patrimoine

Si l’important fonds documentaire conservé par la Fondation Braillard Architectes constitue la mémoire de l’activité de deux générations d’architectes au sein de l’atelier familial, leurs réalisations participent de façon éloquente à l’histoire de l’architecture de ce siècle. Au-delà de la valeur d’archives que représente aujourd’hui l’ensemble de l’oeuvre construite de Maurice Braillard et de ses fils, il est devenu nécessaire de penser, d’organiser et d’orienter la sauvegarde concrète de ces édifices.

La diffusion d’une culture architecturale et urbanistique passe en effet par la valorisation et la conservation non seulement des documents, mais aussi des édifices. C’est pourquoi la fondation a mis sur pied ces dernières années une stratégie originale en matière de sauvegarde du patrimoine architectural du XXe siècle. Celle-ci est basée sur la prévention; ce qui suppose un travail d’analyse systématique des bâtiments et la mise à disposition d’un conseil aux architectes et aux propriétaires concernant la conservation du patrimoine.

Le travail de sauvegarde ne doit pas être considéré, selon la caricature habituelle, comme une systématique réaction d’opposition à toute velléité de transformation ou de modification d’une construction. A l’inverse même, la sauvegarde est avant tout affaire d’anticipation et de prévention. Pris dans le cours du temps, la vie d’une architecture s’inscrit dans le processus permanent de sa propre transformation. La rénovation ne peut donc jamais prétendre au caractère définitif de ses résultats, mais a pour devoir de donner à l’édifice et à sa construction, les meilleurs moyens du contrôle de sa dégradation et de son entretien, les meilleures conditions d’une habitabilité et d’un usage renouvelé. Dès lors, il s’agit pour la Fondation d’accompagner, par une procédure adéquate et spécifique, chaque édifice dans le temps. La Fondation entend ainsi inscrire son action par un travail de terrain permanent développé dans le long terme.

Un inventaire doté d’une classification exhaustive des réalisations Braillard a tout d’abord été dressé. Appuyé sur ce recensement et sa mise à jour par un état des lieux lors de visites périodiques, une surveillance attentive et permanente des ouvrages existants est opérée selon leur valeur patrimoniale. Ce travail permet ainsi de consolider les connaissances spécifiques de chaque construction tout en constituant une base de références solide à l’adresse des différents interlocuteurs qui seront amenés à intervenir un jour sur l’édifice. Des contacts réguliers sont ainsi organisés avec les propriétaires, les représentants des régies, ou les institutions publiques comme le Service des monuments et sites du Département des Travaux Publics et de l’Enérgie, afin d’échanger les informations collectées et d’engager avec eux ce processus d’accompagnement de l’ouvrage.

Mise en oeuvre depuis bientôt trois ans par la Fondation Braillard Architectes, cette stratégie d’intervention préventive, de consultation et de conseil, notamment technique, a conduit à des résultats nombreux et très variés compte tenu des différents partenaires rencontrés. La Fondation est devenue un interlocuteur privilégié en matière de sauvegarde et les partenaires de travaux de rénovation ou transformation des constructions Braillard s’appuient désormais sur l’expérience acquise de la Fondation pour les aider à entamer des travaux dans les meilleures conditions possibles.

Parmi les nombreuses interventions pour la sauvegarde concrète du patrimoine en général et de l’oeuvre de Braillard en particulier, la Fondation a demandé et obtenu en juin 1995 le classement de la Maison Ronde (illustration n. 2), second bâtiment classé de ce siècle à Genève après l’immeuble “Clarté” de Le Corbusier. Au-delà de la valeur monumentale et de la protection conservatoire que garantit la mesure de classement, cette importante décision reconnaît la valeur d’usage et l’aptitude de cette réalisation à exprimer et à signifier la culture architecturale, constructive et sociale des années proches dont nous sommes issus. Regroupant et coordonnant les différents propriétaires, la Fondation leur a notamment proposé un “mode d’emploi” du suivi de l’état de la construction afin de prévoir et de programmer correctement et avantageusement les travaux de rénovation à venir.

D’autres réalisations font l’objet de conseils stratégiques et techniques dont le but est d’assurer une préservation optimum des qualités spatiales, constructives et d’usage de l’oeuvre de Braillard. Que ce soit pour des bâtiments publics, à l’image des écoles de Mies (illustr. n.3), de Meyrin ou de Genthod, pour des bâtiments privés, villas ou immeubles de logement, à l’exemple des squares de Montchoisy, la Fondation intervient et guide ses interlocuteurs notamment sur le remplacement de fenêtres ou de revêtements de sol, sur la composition d’un crépi de façades ou encore sur la cohérence des couleurs d’une réfection de cage d’escalier.

La Fondation Braillard Architectes permet ainsi, par sa présence anticipée et la mise à disposition de ses conseils, de prévenir toute destruction ou transformation intempestive. Cette stratégie sur le terrain est la seule garante de donner à l’oeuvre de Braillard la pérennité que l’histoire lui reconnaît aujourd’hui.

L’activité de recherche

A la seconde définition des objectifs de la Fondation – inscrire l’architecture et l’urbanisme dans leur contexte social et culturel – correspond la réalisation d’activités scientifiques, pour partie en collaboration avec d’autres institutions, notamment universitaires. Ces activités reposent sur un constat: la nécessité aujourd’hui de mieux concilier l’architecture et l’urbanisme avec une analyse de la société. La ville actuelle se construit en effet principalement sur des aires déjà bâties et ceci dans un contexte de transformations sociales rapides et souvent traumatisantes. Il est dès lors indispensable de fonder le projet d’architecture et d’urbanisme sur une connaissance détaillée de l’espace bâti et des pratiques sociales existantes. C’est pourquoi la Fondation Braillard Architectes s’efforce depuis plusieurs années de jeter des ponts entre les sciences sociales et les “sciences de la construction”. Ce faisant, elle ne contribue pas seulement à conserver la lettre et la pierre de l’oeuvre d’un architecte, mais elle propose également de l’actualiser en se fondant sur son esprit. Maurice Braillard a en effet développé au cours de sa carrière une attention particulière pour l’usage des espaces construits et pour la ville comme “fait social total”.

Un ouvrage. Concrètement, cet effort se traduit d’abord par des publications, dont la plus récente est Ola Söderström (éd.), L’industriel, l’architecte et le phalanstère (Paris 1997, L’Harmattan). Ce livre retrace la construction au début du siècle, sous l’impulsion de l’industriel fribourgeois Paul Girod et de l’architecte Maurice Braillard, d’une cité d’entreprise à Ugine en Savoie. Il montre dans quelles conditions sociales et historiques cet exemple étonnant d’urbanisme patronal a été réalisé et analyse, à travers des récits d’anciens ouvriers, ses conséquences durables sur l’organisation et la vie de cette ville industrielle française (Voir l’article en annexe ” La città e le acciaierie di ugine: un caso di urbanistica padronale “).

Un colloque. Notre institution organise également des réunions scientifiques, tel le colloque “Pratiques et projets: analyser les pratiques sociales et concevoir le projet architectural et urbain” mis sur pied en collaboration avec les Universités de Genève et Lausanne et l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne du 2 au 4 octobre 1997 à l’Institut Kurt Bösch à Sion. Ce colloque a réuni des spécialistes internationaux (Canada, Grande-Bretagne, France, Allemagne, Italie, Suisse) provenant des sciences sociales d’une part, de l’architecture et de l’aménagement, d’autre part, qui proposent aujourd’hui des démarches innovantes en matière de recherche et de projets urbains.

La ville européenne se développe en effet aujourd’hui davantage par la transformation d’espaces déjà construits que par de nouvelles extensions urbaines. Ces transformations s’inscrivent dans un contexte de crise de la citoyenneté et de désagrégation du lien social. Dès lors, la conception des projets architecturaux et urbains doit composer de façon subtile avec des formes et des pratiques existantes.

Or, les questions qui surgissent lorsqu’on tente concrètement de nourrir le projet architectural et urbain d’une connaissance concernant l’expérience quotidienne de l’environnement construit sont rarement débattues. C’est à cette lacune que ce colloque a proposé de répondre en présentant des méthodes et des expériences récentes dans ce domaine.

Le colloque “Pratiques et projets: analyser les pratiques sociales et concevoir le projet architectural et urbain” s’est proposé de réfléchir à cette question en traitant les rapports entre les usages ordinaires de la ville et le projet architectural et urbain. Il a visé plus particulièrement à présenter et à discuter des démarches centrées sur l’intégration de l’analyse d’usages dans la conception de projets urbains et la rénovation du logement. Le programme a été conçu de manière à permettre la confrontation d’expériences de projet innovantes et de contributions théoriques récentes concernant les transferts de connaissance entre savoirs et savoir-faire. A cette fin, il a rassemblé des chercheurs et des praticiens provenant des sciences sociales, d’une part, de l’architecture et de l’aménagement urbain, d’autre part, qui depuis plusieurs années fraient des passages entre ces disciplines.

Une publication. La Fondation prépare actuellement une publication issue des conntributions présentées au colloque “Pratiques et projets: analyser les pratiques sociales et concevoir le projet architectural et urbain”. La parution de cet ouvrage, qui comprendra une sélection des interventions présentées au colloque, est prévue pour l’année 1999.

Il sito interattivo Internet “Analisi delle pratiche sociali e progetto urbano”

Site Internet. En lien étroit avec le thème et les objectifs du colloque “Pratiques et projets” organisé à l’Institut Kurt Bösch du 2 au 4 octobre, la Fondation Braillard Architectes a inauguré un site Internet Analyse des pratiques sociales et projet urbain.

Adresse: http://www.unil.ch/igul/RECHERCHE/ASPU. Ce site est le produit d’une collaboration interdisciplinaire entre l’Institut de géographie de l’Université de Lausanne, la Fondation Braillard Architectes à Genève et le Département d’Architecture de l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne. Il met à disposition des chercheurs et praticiens en sciences sociales, en architecture et en urbanisme les résultats d’une recherche financée par le Fonds UNIL-EPFL et la Fondation Braillard Architectes.

La recherche présentée sur ce site a été réalisée au cours de l’année 1996 à partir d’une recherche documentaire et de l’étude sur le terrain de cinq projets urbains actuellement en cours ou récemment achevés dans quatre pays européens (Allemagne, France, Italie, Suisse). Elle porte sur les contributions théoriques et méthodologiques, ainsi que sur les expériences concrètes concernant les relations entre l’analyse des pratiques sociales et la conception du projet urbain.

Par le biais de ce site, nous proposons d’utiliser Internet comme instrument de ce que Pierre Lévy appelle l'” intelligence collective “. Concrètement, cela signifie d’abord que les études de cas permettent à un praticien ou à un chercheur suisse ou étranger d’accéder à des informations précises concernant, par exemple, les moyens originaux utilisés par une équipe de planificateurs pour développer un consensus autour du réaménagement du centre d’une commune de l’agglomération de Milan. Cela signifie ensuite qu’il s’agit d’un site véritablement interactif, dans la mesure où chaque visiteur peut contribuer à enrichir la base de données en apportant des références et des images complémentaires. Cette base de données, dans sa version initiale, comporte plus de 200 références détaillées et commentées à des projets, articles ou ouvrages. Elle est issue de la consultation d’ouvrages et du dépouillement systématique de 13 revues spécialisées depuis 1990.

Les membres du conseil de la Fondation Braillard Architectes

Ariane Braillard* (Présidente de la Fondation Braillard Architectes, Membre du Swiss Cultural Fund, Londres), Pierre Braillard* (architecte, membre fondateur et ancien Président de la Fondation), André Corboz (Professeur EPFZ), Denis Dubois-Ferrière (Architecte SIA – AGA – FAS), Charles-André Junod* (Dr., Professeur à la Faculté de Droit de l’Université de Genève), Alberto Sartoris* (Architecte, Professeur, membre fondateur des Congrès Internationaux d’Architecture Moderne (CIAM), Jean-Pierre Tripod* (Architecte SIA – AGA). (* membre du Conseil dès sa formation)

Les collaborateurs de la Fondation Braillard Architectes

Ola Söderström (Directeur, Géographe, Dr. ès-lettres), Elena Cogato Lanza (Architecte, Université de Venise), Beatrice Manzoni Ben Dahmane (Architecte, EAUG), Paul Marti (Historien de l’art), Suzanne Oguey (Lic. en Sciences Economiques et Sociales).

Conseiller en sauvegarde du patrimoine : Laurent Chenu (Architecte EPFL).

Chronique de la Fondation Braillard Architectes

1986 Découverte des dessins et plans de Maurice Braillard dans les combles de l’ancien bureau d’architectes de la famille.

1987 Création de la Fondation Braillard Architectes le 2 juillet.

1988 La Fondation est reconnue d’utilité publique par le Conseil d’Etat le 13 juin.

1989 Ouverture officielle des archives au public.

1991 Publication d’une monographie sur Maurice Braillard par Marina Massaglia, Maurice Braillard, architecte et urbaniste, Genève, Fondation Braillard Architectes et Georg.

Exposition franco-suisse d’architecture à Genève présentant les projets des lauréats suisses et français du concours Europan 2 sur le thème ” Habiter la ville / requalification des sites urbains “.

Même exposition organisée à Evian.

1992 Exposition portant sur les Squares de Montchoisy à la bibliothèque municipale des Eaux-Vives.

1993 Grande exposition rétrospective sur l’oeuvre de Maurice Braillard au Musée Rath : Maurice Braillard, pionnier suisse de l’architecture moderne (avril-mai).

Publication d’un ouvrage portant le même titre, Ursula Paravicini et Pascal Amphoux (éd.), Genève, Fondation Braillard Architectes. Cette exposition sera reprise sous une forme réduite lors d’itinérances en Suisse et à l’étranger.

1994 Organisation de la rétrospective consacrée à Maurice Braillard à l’Architekturmuseum de Bâle (mars-avril).

1995 Organisation de la rétrospective consacrée à Maurice Braillard à l’Institut d’Histoire et de Théorie de l’Architecture (GTA), Ecole Polytechnique Fédérale de Zurich (mai-juin).

La ” Maison Ronde “, ensemble d’habitation construit par Maurice Braillard rue Charles-Giron 13-19 à Genève (1927-1930), est classée monument historique par arrêté du Conseil d’Etat le 28 juin.

1996 Organisation de la rétrospective consacrée à Maurice Braillard au Palazzo della Sapienza à Rome (décembre 1996 à janvier 1997). Cette exposition a été accompagnée d’une journée d’études proposée en collaboration avec l’IN/ARCH-Archivi di architettura de Rome et les Archives de la Construction Moderne de l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL).

1997 Publication de l’ouvrage L’industriel, l’architecte et le phalanstère. Invention et usages de la cité d’entreprise d’Ugine, Ola Söderström (éd.), Paris, L’Harmattan.

Organisation en collaboration avec l’EPFL, l’Université de Lausanne et l’Université de Genève du colloque international: Pratiques et projets, analyser les pratiques sociales et concevoir le projet architectural et urbain, Institut Kurt Bösch à Sion.

Biografie di Maurice, Pierre e Charles BRAILLARD

MAURICE BRAILLARD (Auvernier, 1879 – Ginevra, 1965)

Ad un lungo apprendistato iniziato all’età di 14 anni, Maurice Braillard alterna gli studi all’Ecole de dessin professionnel di Neuchâtel (1895-97) e all’Académie des beaux arts di Parigi (1902-03). Nel 1907 apre uno studio professionale a Ginevra. Membro di numerose associazioni culturali e professionali (Société d’art public, Société pour l’amélioration du logement) nel 1913 è tra i fondatori dell’Oeuvre, sezione romanda del Werkbund svizzero. Iscritto al Partito socialista (1930), deputato al Parlamento del Cantone di Ginevra (1931-1941), dal 1933 al 1936 dirige il Ministero dei lavori pubblici durante il governo socialista di Léon Nicole. Nel 1938 è nominato membro dell’Accademia di belle arti di Mosca. Partecipa ai Congrès des urbanistes suisse (dal 1942, nel 1944 in qualità di presidente) e all’Association plan aménagement national (dal 1943). Rieletto al parlamento nel 1945, nel 1946-57 collabora con l’amministrazione socialista di Yverdon in qualità di membro della Commissione urbanistica. Primi premi a concorsi: Museo di Storia Naturale (1912) e Centrale idroelettrica a Ginevra (1938); Piazza della stazione a Bienne (1925).

La prima produzione architettonica di Maurice Braillard si inserisce nel movimento di rinascita, in Svizzera, di un linguaggio vernacolare. La mescolanza di elementi provenienti da tradizioni costruttive ed espressive diverse (germanica e ginevrina) mostra però che Braillard non mira alla definizione di una ortodossia. Il suo interesse è nella messa a punto di un vocabolario e di una sintassi compositiva dotate di un alto grado di flessibilità, utili al controllo di programmi ibridi: l’edificio misto cittadino Hôtel Bel (1909), la scuola-municipio di Onex (1908) e soprattutto il villaggio operaio di Ugine, in Alta Savoia, per le acciaierie di Paul Girod (1908-1910).

Il lavoro svolto a Ugine segna una tappa importante nell’orientamento degli interessi progettuali di Braillard. Da un lato, il falansterio per gli operai e il quartiere a villini per gli ingegneri inaugurano una lunga e minuziosa sperimentazione sulle forme e i tipi della residenza che la cultura architettonica europea va via via elaborando. Dall’altro, il compito di articolare un’ipotesi di vita comunitaria con il progetto tecnico spinge Maurice Braillard ad avvicinarsi all’urbanistica.

Nel progetto della residenza Braillard rivolge una particolare attenzione al disegno degli spazi collettivi e di relazione, in modo esemplare nel quartiere Vieusseux (illustraz. n. 4) e nel ferro di cavallo della Maison ronde (1930). Pur nell’esplicita volontà di mettere a punto una morfologia adeguata alle esigenze di una società moderna, con le corti di Montchoisy (1926-33) (illustraz. n. 5) riattualizza la lezione dei quartieri ottocenteschi ginevrini. Solo occasionalmente manifesta un interesse per la sperimentazione tecnologica, come nella partecipazione al quartiere modello Woba a Basilea (1930). Quanto alla ricerca espressiva, l’assimilazione del manufatto architettonico ad una scultura porta Braillard ad esaltarne i valori tattili, e ciò attraverso lo scavo della volumetria e l’uso di un intonaco spesso e granuloso.

L’attenzione di Braillard per l’urbanistica si nutre della frequentazione di Henri Baudin, portavoce dell’igienismo, e di Camille Martin, traduttore di Camillo Sitte. Insieme svolgono un’attività di divulgazione che sfocia nel manifesto Pour le développement rationnel et harmonieux de Genève (1917) e soprattutto ne L’Urbanisme en Suisse (1929), stato della disciplina restituito in una mostra e una pubblicazione curate da Martin e Hans Bernoulli. Il concorso per la ricostruzione della Rive Droite e le numerose varianti proposte da Braillard (1931) pongono al centro dell’attenzione il tema della modernizzazione della città esistente. Questo stesso compito guida l’attività svolta da Braillard in qualità di ministro della “Ginevra Rossa”, affiancato da Bernoulli alla Commissione urbanistica. Paragonando la città ad uno strumento economico, Braillard ne concepisce una modernizzazione estesa simultaneamente ai modi della sua gestione e alle forme fisiche. Da una parte viene innescata la razionalizzazione della struttura amministrativa, del regime fondiario (la municipalizzazione dei suoli) e dello strumento di piano. Dall’altra, con la messa a punto di una morfologia seriale secondo la quale ricostruire l’intera città, il Plan Directeur (1935) indica nell’uniformità il carattere proprio della città moderna, entro la quale attrezzature e spazi monumentali sono trattati come oggetti eccezionali (Quai Turrettini, 1935-38). Nel Plan des Zones (1936) l’aggiornamento delle infrastrutture territoriali e la zonizzazione si risolvono in un progetto di paesaggio, dimensione alla quale conciliare modernizzazione e esigenze di radicamento.

Dopo la caduta del governo Nicole, Braillard affianca alla pratica professionale una ricca attività pubblicistica e la presenza in associazioni urbanistiche impegnate nello scambio tra elaborazione disciplinare e pratica amministrativa. L’impegno su più fronti ribadisce i termini secondo i quali Braillard ha realizzato il proprio profilo di architetto: componendo la rivendicazione della dimensione artistica del fare architettonico con la necessità, nell’ambito della trasformazione urbana, dell’impegno politico e amministrativo.

I principali scritti di Maurice Braillard sono : La reconstruction de la Rive Droite, Ginevra 1931; Pour le relèvement économique de Genève, in “Le Travail”, 19.02.-30.06.1937; Genève et son avenir. Les programmes d’après-guerre, Ginevra 1943; Genève et ses problèmes techniques, in “Le Peuple” 27.04.-12.10.1945.

La sua produzione architettonica conta circa 300 progetti, di cui un centinaio sono stati realizzati. Tra quest’ultimi, segnaliamo:

Progetti urbanistici :

. Concorso per la Stazione ferroviaria di Cornavin (1924-1926)

. Concorso per la Rive Droite (1928-1931)

. Piano Direttore della città di Ginevra (1935)

. Passage Malbuisson (1929-1933)

Edifici residenziali :

. Cité d’Ugine, Savoie (1908-1910)

. Cité di Moillebeau (1927-1928)

. Cité Vieusseux (1929-1931)

. Edifici e complessi residenziali:

. Rue Gallatin No 3 (1911-1913)

. Maison Ronde, rue Charles-Giron 13-19 (1927-1930)

. Squares Montchoisy (1926-1933)

. Rue de Lausanne No 87-97 (1926-1929)

. Rue de Lausanne No 121-125 (1927-1928)

. Parc de Château-Banquet (1953-1957), con Pierre e Charles Braillard

Edifici pubblici :

. Municipio-scuola di Onex (1908-1909)

. Scuola d’Avully (1909-1910)

. Scuola di Mies (1910-1912)

. Scuola di Bernex (1911-1912)

. Teleferica sul Salève (1931-1932)

. Garage des Nations (1935-1936) (illustraz. n. 6)

. Scuola di Genthod (1941), con Pierre Braillard e M. Stengelin

. Scuola di Meyrin (1944-1949), con V. Malnati

Ville :

. Wanner, Cologny (1907-1908)

. Graffenried, Sézenove (1919-1920)

. Gallay, Collonges-Bellerive (1929-1932)

PIERRE BRAILLARD (1911, Ginevra)

Figlio maggiore di Maurice, Pierre Braillard esercita la professione di architetto a Ginevra dal 1927 al 1983. Collabora con il padre fino alla sua partenza per Berlino, dove resterà più di un anno. Lo stage a Berlino sarà seguito da un secondo a Zurigo. Nel 1933 Pierre Braillard rientra a Ginevra per dirigere lo studio del padre mentre quest’ultimo svolge le mansioni di Ministro ai Lavori Pubblici, alle quali dedica interamente il suo tempo. Pierre Braillard collabora con il padre fino agli anni sessanta, e con il fratello Charles fino al 1976. Dal 1962 al 1965 Pierre Braillard svolge la funzione di Architetto delegato per il Consiglio di Stato cantonale.

L’evoluzione della congiuntura e del contesto immobiliare nei quali Pierre e Charles Braillard si trovano ad operare favoriscono realizzazioni di grande dimensione, in particolare nell’ambito delle banche, del commercio e delle compagnie di assicurazione. Le esigenze di queste istituzioni, in espansione per la congiuntura economica favorevole, permettono la costruzione di grandi complessi d’uffici in centro città. Tra le realizzazioni di Pierre Braillard ricordiamo :

Banche ed edifici amministrativi :.

. Pax Assurances, 40 rue du Rhône et Fusterie (1957), in collaborazione con il prof. Dunkel

. Discount and Trust Bank, Quai de l’Ile – Quai des Moulins (1965)

. Zurich Assurances, Rue du Rhône 35 – quai du Général Guisan (1968)

. Edificio commerciale e uffici, 3 place des Bergues – Rues W. Kleberg et Guillaume Tell (1973)

. Sede dell’Organizzazione Mondiale della Proprità Intellettuale (O.M.P.I.), Place des Nations (1974-1978) (illustraz. n. 7)

. Edificio d’uffici e sede della Genevoise Assurances, Cours de Rive 13-15 – Boulevard Helvétique 25 (1980)

. Banca PariBas, Place de Hollande (1982)

Grandi magazzini :

. La Placette, Place et Rue Grenus, Rues Coutance, Cornavin e Rousseau (1967-1968)

Edifici e complessi residenziali :

. Rue des Eaux-Vives 11-13 (1948)

. Rue du Grand-Pré 24-40 (1949)

. Rue des Délices e rue de l’Encyclopédie (1952-1954)

. Quai du Cheval Blanc 18-24 (1954-1957)

. Rue des Pierres-du-Niton 5-7-9 et 17-19 (1959-1973)

. Rue A.-Lachenal 24 (1968-1969)

. Rue de l’Est 6-8, (1972-1974)

CHARLES BRAILLARD (1921, Ginevra – 1980, Ginevra)

La sua attività d’architetto si estende tra il 1940 e il 1980. Attivo nella politica ginevrina, è stato deputato e presidente del Gran Consiglio nel 1968.

Banche e edifici amministrativi :

. Uffici Quai du Mont-Blanc 15-17 (1971)

. Banca Rohner, Rue du Rhône 68 (1976-78)

. Trade Development Bank, Place du Lac 2 (1971-1973)

Edifici industriali :

. Union Carbide, Route de Versoix (1961-64 et 1970-76)

. Amocco Chemicals, Meyrin (1969)

. Edifici e complessi residenziali:

. Versoix, ” Terra e casa ” (1960-63)

. Rue des Vollandes 60-62 (1962-1964)

. Rue des Charmilles 12-14 (1969)

. Rue de Carouge – Jean-Violette, con negozi (1974-1977)