dipinto di tiepolo

Da Bellini a Tiepolo. La grande pittura veneta della Fondazione Sorlini al Museo Correr

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La mostra, curata da Filippo Pedrocco, presenta una ricca selezione di opere appartenenti alla vasta collezione Sorlini: cinquanta dipinti veneti e veneziani databili dal XV al XVIII secolo, abitualmente dislocati nelle diverse residenze della famiglia, riuniti per la prima volta in quest’occasione in una sede accessibile al grande pubblico, che consentono di tratteggiare un suggestivo itinerario lungo tre secoli d’arte . Il catalogo e della Marsilio di Venezia.

Residenze Sorlini Museo Correr,

Nato dalla passione e dalla generosità di un grande collezionista, Teodoro Correr, il sistema dei Musei Civici Veneziani da sempre attento all’evoluzione del gusto, delle scelte, delle intuizioni e dell’amore dei grandi collezionisti, di cui, del resto, continua ancora oggi ad essere debitore.
Ecco che allora, con questa mostra dedicata alle opere d’arte raccolte nel tempo da Luciano e Agnese Sorlini, il Museo Correr non solo presenta al pubblico un’importante rassegna di pittura veneta dal XV al XVIII secolo, ma anche documenta e indaga un lungo cammino di cultura e d’amore che, a partire dalle prime acquisizioni volute da Luciano Sorlini nel dopoguerra – semplicemente per abbellire le proprie residenze tra Lombardia e Veneto – ha condotto, nel 2002, alla costituzione – in territorio bresciano- della Fondazione Luciano e Agnese Sorlini, finalizzata alla pubblica fruizione di quello che ormai si configura come un grande patrimonio artistico.

Manifesti Filippo Pedrocco

La mostra presenta cinquanta dipinti veneti e veneziani dal XV al XVIII secolo provenienti dalle residenze della bresciana famiglia Sorlini, riuniti per la prima volta in quest’occasione a formare un suggestivo percorso.
Spicca, tra le opere in mostra, la celebre Madonna col Bambino di Giovanni Bellini già Contini Bonacossi, ma sorprende anche la varietà e la completezza delle presenze, dal Padovanino a Sebastiano e Marco Ricci, da Giannantonio Pellegrini a Jacopo Amigoni, da Canaletto a Francesco Guardi, da Pietro Longhi a Giandomenico Tiepolo, per citarne solo alcuni, in un dipanarsi di temi sacri e profani, mitologici e biblici, di allegorie e di ritratti che documentano efficacemente, in un vasto insieme, culture e idee, valori e linguaggi, legami e diversit¨¤ nell’espressione artistica di una grande civiltà, evidenziando altresì le preferenze del collezionista per la pittura di figura.

Grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani, la mostra si avvarrà inoltre della presenza costante di giovani storici dell’arte che accoglieranno i visitatori e li assisteranno durante la visita, in modo da rendere la fruizione più consapevole e proficua.
A latere della mostra sono altresì previsti momenti di approfondimento centrati sulle tematiche del collezionismo di oggi e di ieri.
La mostra, che si sviluppa in quattro sale dell’area neoclassica al primo piano del museo Correr, presenta cinquanta dipinti veneti e veneziani dal XV al XVIII secolo provenienti dalle residenze della bresciana famiglia Sorlini, riuniti per la prima volta in quest’occasione a formare un suggestivo percorso. Nell’allestimento sono stati privilegiati, a una successione cronologica sistematica, raggruppamenti per temi, tendenze e soggetti e, nella terza sala, la suggestiva ricostruzione di uno Studiolo del Collezionista.

Benedetto Rusconi detto il Diana
San Marco tra i Santi Girolamo e Lodovico da Tolosa (Cat. 3)
La figura di Benedetto Diana non ha goduto di particolare interesse da parte della critica, per lo più superficialmente portata a considerarlo uno dei tanti prodotti della bottega belliniana, ma dipinti come la tavola che qui si presenta ben testimoniano oltre che del notevolissimo virtuosismo pittorico – della sua sorprendente autonomia, del suo desiderio di svincolarsi dagli schemi appresi durante l’apprendistato presso i Bellini, attraverso lo studio di opere di numerosi altri artisti, da Giorgione a Durer, da Lotto ai maestri di scuola lombarda, quali il Romanino, il Moretto e anche Boccaccio Boccaccino.
Di quest’opera colpisce soprattutto l’invenzione, inedita per il mondo veneziano, di collocare le maestose figure dei tre Santi davanti a finte nicchie marmoree, quasi fossero delle statue, alleggerendo per la composizione grazie agli ovuli vuoti in alto tra le nicchie e in basso al centro dei basamenti e ai fantasiosi cartigli marmorei di gusto quasi prebarocco.

Gerolamo Savoldo
Riposo nella fuga in Egitto (cat. 5)
Questa tela, probabilmente proveniente dalla Chiesa dei Santi Apostoli a Venezia, propone un soggetto più volte raffigurato dall’artista, pur rinnovando l’ambientazione e la disposizione dei protagonisti nello spazio. In questo caso domina la monumentale figura della Vergine, seduta a destra col Bambino tra le braccia, avvolta in una luminosa veste rosso rosato, col capo coperto da un velo azzurro con riflessi argentei, non a caso fortemente illuminata dalla luce che piove dall’alto a sinistra, lasciando invece in penombra l’architettura in
rovina alle sue spalle e la figura del vecchio San Giuseppe addormentato.
Splendido il brano naturalistico sullo sfondo, con un piccolo paese di evidente derivazione nordica, davanti al quale si trovano un cavaliere rossovestito col suo cane ed alcuni altri personaggi, e l’ampia veduta di un’insenatura marina.

Domenico Campagnola
Sacra Famiglia e Santi (cat. 6)
Allievo e probabilmente figlio adottivo del celebre incisore Giulio Campagnola, da cui deriva il cognome, Domenico lascia presto Venezia per Padova, ove opera per tutta la vita.
Tra i suoi lavori, assai rare e preziose sono le pitture da cavalletto giunte fino a noi, come questa Sacra Conversazione che mostra la Vergine che regge il Bambino in piedi, contornata dai Santi Pietro, Paolo, Caterina d’Alessandria e Giuseppe.
Si tratta di un’opera ancora relativamente giovanile del maestro in cui l’impostazione tizianesca della scena si assomma all’influenza del Pordenone, evidente nel giganteggiare delle grandiose figure in primo piano, e che sono connotate da una scrittura pittorica estremamente precisa, realistica, e da un colorismo forte e caldo.

Nicola Grassi
Mosè accolto nella casa di Jetro (Cat. 28)
La tela è incentrata sul primo incontro di Mosè con la futura moglie Zippora.
Dopo aver ucciso una guardia egiziana che aveva a sua volta colpito a morte un prigioniero israelita, Mosè è fuggito nel deserto, e giunto nei pressi di un pozzo nella cittadina di Madian vede sette ragazze, intenzionate ad abbeverare le proprie greggi, malamente scacciate da alcuni pastori;
allora interviene allontanando gli uomini e aiutando le ragazze nel loro lavoro.
Per questo viene accolto nella sua casa dal loro padre, Ietro, sacerdote della cittadina e qui deciderà di sposare una di esse, Zippora, che gli darà due figli maschi.
Il dipinto del Grassi mostra dunque il momento in cui il sacerdote, fattosi incontro a Mosè sulla soglia di casa, lo invita con un ampio gesto ad entrare; nella giovane donna biancovestita inserita tra i due protagonisti della vicenda è probabilmente riconoscibile la stessa Zippora, per la quale l’artista usa la stessa modella raffigurata nella splendida scena del Mosè salvato dalle acque della Pinacoteca Egidio Martini
a Ca’ Rezzonico per la figura della figlia del faraone.

Nicoletto Semitecolo
Pietà (Cat. 1)
La figura e l’opera di Nicoletto Semitecolo presentano ancora oggi aspetti sconosciuti; certa è la sua formazione nell’ambito della bottega di Paolo Veneziano, mentre è il Guariento ad introdurlo nel fervido ambiente artistico di Padova, ove Nicoletto dipinge nel 1367 la sua opera più importante, la pala a comparti per l’altare di Santo Stefano nell’antica cattedrale cittadina, di cui la Pietà Sorlini costituiva in origine l’elemento centrale della facciata interna.
Realizzata per proteggere alcune preziose reliquie dell’altare, la pala veniva aperta solo per esibirle ai fedeli e la Pietà era visibile solo in queste occasioni. Il dipinto, in ottimo stato di conservazione, mostra Cristo morto tra la Madre e San Giovanni: un’iconografia rara nel corso del Trecento, forse adottato per sottolineare il rapporto fra la morte di Cristo e quella dei Santi cui appartenevano le reliquie.
In questa stessa direzione va la scelta di stagliare le figure contro un fondo uniformemente rosso, il colore del sangue.

Jacopo Palma il Vecchio
Ritratto di donna detta la Sibilla (Cat. 4)
Già appartenuto, tra l’altro, alle collezioni imperiali conservate nel Castello di Praga (1621), a quelle della regina Cristina di Svezia (1632) e a quelle del principe Filippo d’Orleans (1722),
il dipinto è una versione autografa, di formato leggermente diverso, della simile opera conservata nelle Collezioni Reali Inglesi ad Hampton Court. “Fece il Palma ancora molti ritratti di Dame con ornamenti e vesti all’antica” scrive nel 1648 Carlo Ridolfi; e la maggior parte di questi ritratti giunti fino a noi (oltre a questa tavola e l’omologa di Hampton Court, occorre segnalare almeno la Giovane donna di spalle del Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Flora della National Gallery di Londra, la Cortigiana del Museo Poldi Pezzoli di Milano e la splendida
Donna bionda della Gemaldegalerie di Berlino) sono comunemente riferiti all’ultimo decennio di vita del pittore. Si tratta non di veri e propri ritratti, ma piuttosto di immagini sensuali e seducenti di giovani bellezze femminili destinate al mercato privato.

Giovanni Bellini
Madonna col Bambino (Cat.2)
Nulla si conosce della storia antica di questo straordinario capolavoro, già appartenuto alla collezione Contini Bonacossi di Firenze, presumibilmente risalente alla prima metà dell’ottavo decennio del Quattrocento.
Come nelle altre Madonne eseguite in questo periodo o di poco precedenti “al quale, tra le altre, anche la Madonna Frizzoni del nostro Museo Correr- il pittore ha utilizzato un punto di ripresa lievemente ribassato, ponendo davanti alla figura della Vergine, che si staglia contro il cielo attraversato da nubi, un parapetto sul quale è collocato il Bambino, ma caratteristica peculiare del dipinto Sorlini è rappresentata dal fatto che il Bambino è ripreso addormentato.
Iconograficamente, l’immagine della Vergine che prega mentre il Figlio dorme indica la premonizione del suo sacrificio; in questo caso tale premonizione è sottolineata anche dal colore del manto della Vergine, rosso come il sangue.
Sapiente il gioco della luce che, piovendo da sinistra, mette in rilievo lo sviluppo elegantissimo delle pieghe di quel manto e sfuma sul dorso della mano sinistra giunta all¡¯altra in preghiera.

Francesco Maffei
Santa Cecilia (Cat. 9)
Cecilia è unanimemente considerata la santa protettrice dei musicisti, costantemente raffigurata dai pittori con strumenti musicali.
Ma le sue vicende biografiche, concluse con la decapitazione infertale per il suo rifiuto di adorare gli idoli pagani, non hanno legami con la musica, se non quella suonata nel corso della festa per il suo sposalizio con Valeriano, che Cecilia neppure ascoltava, presa com’era ad offrire al Signore il dono della propria verginità.
Nel dipinto è raffigurata come una giovane bellissima, elegantemente vestita in foggia seicentesca, con un’acconciatura alla moda arricchita da un filo di perle, mentre suona l’organo, accompagnata da un cantore e da un suonatore di violino e palesa un singolare carattere profano, rotto solo dalla presenza, in alto, di un cherubino sceso dal cielo a portarle la palma simbolo del martirio cui verr¨¤ sottoposta e una corona di rose

Andrea Celesti
La beata Edwige regina di Polonia (Cat. 15)
Edwige (1373-1399), figlia del re d’Ungheria e regina di Polonia, sposa giovanissima, per ragioni di stato, il fratello del re di Lituania, in cambio della conversione sua e di tutto il suo popolo al Cristianesimo, cosa nella quale si impegna intensamente, dedicandosi con particolare assiduità alla sorte dei poveri e dei contadini e morendo a soli ventisei anni in odore di santità. Per la ricca gamma di effetti luministici l’opera parrebbe un omaggio a Rembrandt, mentre la pur compunta figura della santa promana un senso di umanità terrena non certo idealizzata, sottolineata dall’ampia scollatura dell’abito ornato da veli, broccati intessuti d’oro e preziose pellicce

Antonio Molinari
Ipsicrate recide la propria chioma per potersi dedicare all’esercizio delle armi (Cat. 16)
Questo dipinto fa serie con altre tre tele, egualmente di mano del Molinari ed egualmente proprietà della Fondazione Sorlini, che, come questa, narrano episodi della storia antica che hanno come soggetto atti eroici compiuti da antiche eroine per rispetto o in favore dei propri mariti o dei propri congiunti: delle prove d’amore incondizionato, dunque, che assumono evidentemente il valore di exempla virtutis.
Quella qui esposta vede come protagonista Ipsicrate, moglie del re del Ponto Mitridate, ripresa nel momento in cui, dopo essersi tolta i gioielli che le adornavano l’acconciatura, si recide con una forbice la lunga chioma, in modo da poter così meglio indossare l’elmo che il servetto moro a destra le sta porgendo, allo scopo di poter seguire in armi il marito, impegnato nella guerra contro gli eserciti romani. La drammaticità della vicenda cede il passo a una forma teatrale melodrammatica, per la plastica imponenza delle figure, tuttavia egualmente piuttosto eleganti, e per la tipica presenza di quei fondali architettonici che conferiscono una vitale luminosità alle immagini, in forme che saranno poi riprese anche da Giannantonio Pellegrini, che del Molinari, assieme a Giambattista Piazzetta, sarà indubbiamente il più importante allievo.

Alessandro Varotari detto il Padovanino
Leda e il cigno (Cat. 7)
Questa elegante e sensuale immagine, le cui fonti d’ispirazione vanno cercate in Tiziano, dedicata alla narrazione del famosissimo mito che vede come protagonista Leda, figlia di Testio, re dell’Etolia, che si era unita in matrimonio con Tindareo, re di Sparta dopo che questi, cacciato dal suo regno, aveva trovato rifugio presso la corte del padre. Mentre Leda si bagna nelle acque del fiume Erota, Giove la scorge, se ne innamora e, tramutatosi immediatamente in un cigno, scende dall’Olimpo per possederla.
A seguito di quest’unione, Leda partorirà due uova: dal primo nasceranno Castore e Polluce, i famosi eroici fratelli che verranno detti i Dioscuri, mentre dal secondo verranno alla luce Elena, futura moglie di Menelao e causa scatenante della guerra di Troia per il suo amore con Paride, e Clitemnestra, che invece andrà in sposa ad Agamennone.

Le opere esposte

1. Nicoletto Semitecolo (Venezia, notizie 1353 – 1370)
Pietà
Tempera su tavola, 60,4 x 78,4 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

2. Giovanni Bellini (Venezia, 1426 (?) – 1516)
Madonna col Bambino
Olio su tavola, 79 x 60 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

3. Benedetto Rusconi detto il Diana (Venezia, 1460 c.a – 1525)
San Marco tra i Santi Girolamo e Lodovico da Tolosa
Tempera su tavola, 130 x 148 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

4. Jacopo Palma il Vecchio (Serina, presso Bergamo, 1480 c.a – Venezia, 1528)
Ritratto di donna detta la Sibilla
Olio su tavola, 71,7 x 54,3 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

5. Gerolamo Savoldo (Brescia, 1480 – post 1548)
Riposo nella fuga in Egitto
Olio su tela, 78,5 x 94 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

6. Domenico Campagnola (Venezia, 1500 – Padova, 1564)
Sacra Famiglia e Santi
Olio su tavola, 80 x 122 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

7. Alessandro Varotari detto il Padovanino (Padova, 1588 – Venezia, 1649)
Leda e il cigno
Olio su tela, 113 x 163 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

8. Pietro Vecchia (Venezia, 1603 – 1678)
Davide e Uria
Olio su tela, 99 x 135 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

9. Francesco Maffei (Vicenza, 1605 – Padova, 1660)
Santa Cecilia
Olio su tela, 110 x 81 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

10. Francesco Maffei (Vicenza, 1605 – Padova, 1660)
Giuseppe spiega ai fratelli il sogno dei covoni
Olio su tela, 82 x 102 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

11. Girolamo Forabosco (Padova, 1604 / 05 – 1679)
Ragazza allo specchio
Olio su tela, 52 x 39 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

12. Giulio Carpioni (Venezia, 1613 – Vicenza, 1679)
Venere trattiene Adone
Olio su tela, 104 x 129 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

13. Giulio Carpioni (Venezia, 1613 – Vicenza, 1679)
Il corpo di Leandro trasportato dalle Nereidi
Olio su tela, 61 x 82 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

14. Sebastiano Mazzoni (Firenze, 1611 c.a – Venezia, 1678)
Venere e Marte nella rete di Vulcano
Olio su tela, 51 x 101 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

15. Andrea Celesti (Venezia, 1637 – Toscolano, 1711)
La beata Edwige regina di Polonia
Olio su tela, 113 x 98 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

16. Antonio Molinari (Venezia, 1655 – 1704)
Ipsicrate recide la propria chioma per potersi dedicare all¡¯esercizio delle armi
Olio su tela, 83 x 147 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

17. Antonio Zanchi (Este, 1631 – Venezia, 1722)
Giuseppe Ebreo interpreta i sogni in carcere
Olio su tela, 124,5 x 145 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

18. Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 – Venezia, 1734)
Bacco e Arianna
Olio su tela, 134 x 97 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

19. Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 – Venezia, 1734)
Anfitrite e le ninfe del mare
Olio su tela, 133 x 98 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

20. Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 – Venezia, 1734)
Venere accorre da Adone morente
Olio su tela, 130 x 153 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

21. Marco Ricci (Belluno, 1676 – Venezia, 1734)
Scena campestre con torre
Olio su tela, 48 x 58,3 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

22. Luca Carlevarijs (Udine, 1663 – Venezia, 1730)
Paesaggio di mare
Olio su tela, 44 x 69 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

23. Giannantonio Pellegrini (Venezia, 1675 – 1741)
Salmace ed Ermafrodito
Olio su tela, 111,5 x 121 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

24. Giannantonio Pellegrini (Venezia, 1675 – 1741)
Apollo e le Muse sul Parnaso
Olio su tela, 67,5 x 45 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

25. Jacopo Amigoni (Venezia, 1682 – Madrid, 1752)
Immacolata Concezione
Olio su tela, 139 x 109 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

26. Giambattista Pittoni (Venezia, 1687 – 1767)
Rachele nasconde gli idoli
Olio su tela, 73 x 62 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

27. Giambattista Pittoni (Venezia, 1687- 1767)
Transito della Vergine
Olio su tela, 26 x 20,5 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

28. Nicola Grassi (Formeaso, 1682 – Venezia, 1748)
Mosè accolto nella casa di Jetro
Olio su tela, 110 x 144 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

29. Francesco Simonini (Parma, 1686 – Firenze, post 1755)
Il bicchiere della staffa
Olio su tela, 55,5 x 72 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

30. Francesco Fontebasso (Venezia, 1717 – 1769)
Il vitello d’oro
Olio su tela, 72 x 95 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

31. Francesco Fontebasso (Venezia, 1717 – 1769)
Alessandro ricevuto dal sacerdote Jaddone
Olio su tela, 134,5 x 104,5 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

32. Gaspare Diziani (Belluno, 1689 – Venezia, 1767)
Diana
Olio su tela, 90 x 152 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

33. Gaspare Diziani (Belluno, 1689 – Venezia, 1767)
Bacco
Olio su tela ovale, 102 x 79
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

34. Gaspare Diziani (Belluno, 1689 – Venezia, 1767)
Flora
Olio su tela ovale, 102 x 79 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

35. Gaspare Diziani (Belluno, 1689 – Venezia, 1767)
Sant’Agostino sconfigge l¡¯eresia
Olio su tela, 71 x 55 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

36. Giambattista Tiepolo (Venezia, 1698 – Madrid, 1770)
L’angelo della Fama
Olio su tela, 110 x 109 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

37. Giandomenico Tiepolo (Venezia, 1727 – 1804)
Cristo e la Samaritana al pozzo
Olio su tela, 85 x 106 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

38. Antonio Diziani (Venezia, 1737 – 1797)
Veduta di un villaggio sul fiume
Olio su tela, 67 x 171,5
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

39. Pietro Longhi (Venezia, 1701 – 1785)
Ritratto di giovane prelato
Olio su tela, 48 x 35,5 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

40. Pietro Longhi (Venezia, 1701 – 1785)
Il precettore di casa Grimani
Olio su tela, 55 x 38 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

41. Giuseppe Zais (Forno di Canale d’Agordo, 1709 – Treviso, 1781)
I soldati si preparano alla battaglia
Olio su tela, 33,5 x 48 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

42. Giuseppe Zais (Forno di Canale d’Agordo, 1709 – Treviso, 1781)
Scena di battaglia
Olio su tela, 33,5 x 48 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

43. Giuseppe Zais (Forno di Canale d’Agordo, 1709 – Treviso, 1781)
Paesaggio
Olio su tela, 95 x 130 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

44. Antonio Canal detto il Canaletto (Venezia, 1697 – 1768)
Capriccio architettonico
Olio su tela, 72 x 54 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

45. Antonio Guardi (Venezia, 1699 – 1760)
Muzio Scevola davanti a Porsenna
Olio su tela, 119 x 136 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

46. Francesco Guardi (Venezia, 1712 – 1793)
Paesaggio
Olio su tela, 21,5 x 31,5 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

47. Francesco Guardi (Venezia, 1712 – 1793)
Cristo deposto dalla croce
Olio su tela, 151 x 85 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

48.Francesco Guardi (Venezia, 1712 – 1793)
Cristo deposto dalla croce
Disegno
Venezia, Museo Correr

49.Francesco Guardi(Venezia, 1712 – 1793)
San Vincenzo Ferrer
Olio su tela, 42,5 x 32 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

50. Alessandro Longhi (Venezia, 1733 – 1813)
Modelletto per il ritratto di Francesco Grimani
Olio su tela, 51,5 x 32 cm
Carzago (Brescia), Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

51. Giuseppe Bernardino Bison (Palmanova, 1762 – Milano, 1844)
Scena di storia romana (La tenda di Dario)
Olio su tela, 49 x 62,5 cm
Venezia, Fondazione Luciano e Agnese Sorlini

Catalogo della Mostra

Filippo Pedrocco (a cura di), DA BELLINI A TIEPOLO. La grande pittura veneta della Fondazione Sorlini.
Venezia, Marsilio / Musei Civici Veneziani, 2005

Attività collaterali
A latere della mostra sono previsti momenti di approfondimento centrati particolarmente sulle tematiche del collezionismo di oggi e di ieri.
Il programma degli incontri
DA BELLINI A TIEPOLO / Intorno alla mostra – ‘Approfondimenti sul collezionismo d’arte di ieri e di oggi’
17 novembre, 1, 15 dicembre, 19, 26 gennaio
Museo Correr, Salone da Ballo, ore 17.30
17 novembre 2005
Giandomenico Romanelli
Teodoro Correr e la nascita del sistema dei Musei Civici Veneziani
1 dicembre 2005
Irene Favaretto
Il gusto per l’antico a Venezia
15 dicembre 2005
Ileana Chiappini di Sorio
Il Taccuino Michiel : uno sguardo sulle collezioni private veneziane del medio Cinquecento
19 gennaio 2006
Filippo Pedrocco
Gli altri capolavori della Fondazione Sorlini
26 gennaio 2006
Francesco Morroni
Il collezionismo di oggi: motivazioni e opportunità

Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili

La mostra come laboratorio
Grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani, la mostra si avvale, inoltre della presenza costante di giovani storici dell’arte che accolgono i visitatori e li assistono durante la visita, in modo da rendere la fruizione più consapevole e proficua.

Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani
L’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani venne presentata alla città all’Ateneo Veneto il 18 marzo 1976. L’iniziativa di un gruppo di Amici di realizzare per Venezia un progetto culturale allora inedito, riscosse un immediato consenso per le sue caratteristiche apolitiche e di volontariato.
Il primo Presidente, il Prof. Feliciano Benvenuti, scomparso nel luglio 1999, resse e guidò l’Associazione per 12 anni; dal 1988 gli succedette Enrico Chiari. L’Associazione fu presto organizzata in sezioni operative che si occupano di specifiche iniziative culturali coordinate dalla Segreteria Generale:
– Sezione Didattica
– Sezione Viaggi Culturali
da oltre 20 anni organizza a favore dei Soci viaggi in Italia, all’estero e gite nell’entroterra veneto per favorire la conoscenza di luoghi di alto interesse culturale ed essere presenti a tutte le pi¨´ importanti mostre
– Sezione Attività Culturali di Mestre e Terraferma
presente a Mestre con conferenze e dibattiti pubblici sui temi più importanti della città, è stata istituita ufficialmente nel 1997.
– Sezione Eventi Culturali
accompagna con visite guidate Soci e gruppi culturali interessati, alle grandi mostre temporanee soprattutto cittadine e ad eventi di alta valenza della scena culturale veneziana.
– Sezione Restauri
dal 1984 ad oggi ha promosso 95 interventi di restauro di monumenti ed opere d’arte, finanziati da società e privati

Altre importanti iniziative dell’Associazione:
La Scuola Adotta un Monumento (1995 – 1998): il progetto di educazione permanente, nato a Napoli nel 1992 da un’idea della Fondazione Napoli Novantanove, ha coinvolto 57 scuole fra elementari, medie e superiori di Venezia ed isole, Mestre e terraferma, che hanno studiato il proprio monumento dal punto di vista storico ed artistico e messo in atto proposte di impegno culturale e civile per valorizzarlo e recuperarlo combattendone il degrado e l’incuria. Tutti i progetti sono stati raccolti in un volume e pubblicati a cura del Comune di Venezia, ed esposti al pubblico in una Mostra all’Istituto Statale d’Arte di Venezia.
Il Corso di Formazione per Operatori Didattici nel Museo e nel Territorio Feliciano Benvenuti: ideato e condotto in collaborazione con i Musei Civici Veneziani ed il Provveditorato agli Studi di Venezia, il corso si è svolto dal 4 ottobre al 17 dicembre 1999 a Palazzo Mocenigo a S. Stae, articolandosi in 20 incontri per complessive 100 ore di lezione. I 50 corsisti hanno avuto la possibilit¨¤ di apprendere una metodologia necessaria ad elaborare, proporre e realizzare nel Museo esperienze didattiche realmente formative.
La Sezione Guardiania Museale, costituita nel 1978, ha realizzato oltre 100.000 ore di attiva vigilanza nei Musei e nelle mostre, con completa soddisfazione degli specifici responsabili.
Stages di studenti universitari e laureati presso gli Amici dei Musei di Venezia
Gli Amici dei Musei e Monumenti Veneziani hanno iniziato nell’anno 2002 una collaborazione con l’Università degli Studi Cà Foscari di Venezia, Facoltà di Lettere e Filosofia, sancita da una convenzione; in base a ciò l’Associazione è abilitata a valersi del contributo di studenti e laureati della Facoltà per la propria attivit¨¤ di visite guidate per i soci, per la scuola dell’obbligo e in concorso con i Civici Musei, per la cittadinanza.
A conclusione dello stage, per ciascun studente viene redatta dal tutor aziendale una valutazione dello stage stesso e dei risultati raggiunti.
Per informazioni
Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani
o.n.l.u.s.
Palazzo Mocenigo
San Stae, S.Croce, 1992
30135 Venezia
Tel. 041 2440010(Sezione didattica Tel. 041 2440072); Fax 041 5242552
e mail: [email protected]
orari: Lunedì – Venerdì 10-12