Arte e Liturgia nel Novecento – Esperienze europee a confronto. Contributo di S.E.R. Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia
Il testo che segue è stato estrapolato dalla trascrizione dell’intervista televisiva a S.E.R. Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, realizzata quale contributo video ai lavori del convegno “Arte e Liturgia nel Novecento – esperienze europee a confronto”, a cui il Cardinale non potrà presenziare, perché impegnato nei lavori del Sinodo.
L’intervista è stata condotta da Don Gianmatteo Caputo, direttore dell’Ufficio Promozione Beni Culturali del Patriarcato di Venezia.
Arch. Don Gianmatteo Caputo.
“Eminenza, grazie per questa nuova occasione che si rinnova dopo un anno. Siamo ormai al terzo Convegno Internazionale su Arte, Architettura e Liturgia, organizzato dall’Ufficio nazionale beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana, dal Patriarcato di Venezia e con la diretta collaborazione de La Biennale di Venezia. Come sempre questo convegno è uno sguardo retrospettivo sul secolo scorso e su ciò che è stato prodotto per la liturgia in alcuni paesi europei.
Quest’anno è la volta di Svizzera, Repubblica Ceca, Belgio e Portogallo. In base alla sua esperienza, cosa può dirci riguardo alla produzione, non tanto artistica, ma a tutto ciò che è stato vissuto nella liturgia a proposito di questi paesi europei?
La produzione artistica appare differente per ogni singola nazione; la liturgia invece, soprattutto con il Concilio Vaticano II, ha cercato di unificare le tradizioni. Lei ha un’esperienza particolare in questo senso?”
S.E.R. Patriarca Angelo Scola
“Conosco un poco questi paesi, in maniera particolare la Svizzera, dove ho insegnato e vissuto in due tappe per sei anni. A me sembra rilevante un dato: è fuori di dubbio che il Vaticano II rappresenta, in ordine alla liturgia – e in ordine ad altri elementi – il fuoco entro una prospettiva. Ha, cioè, fatto convergere una serie di linee che avevano avuto nel grande movimento biblico e liturgico che lo ha preceduto i fattori portanti. Credo che da questo punto di vista il Vaticano II abbia sì assicurato, da una parte, il recupero della liturgia come azione, azione liturgica, ma dall’altra parte, proprio dall’interno dell’idea di azione, ha consentito un corretto rapporto tra unità e universalità dell’atto liturgico e sua capacità di inculturarsi, basti pensare all’introduzione delle lingue vernacole. Quello che a me sembra decisivo nella scoperta del Vaticano II e nella sua maturazione, anche se purtroppo siamo ancora lontani da questo, è che mettere al centro l’azione liturgica significa mettere al centro il rito. Ma quando uso questa parola sono subito preoccupato, perché ho paura che venga letta ed interpretata in termini rubricistici e formalistici, mentre il rito è il gesto per eccellenza che mostra l’incontro della libertà di Dio con la libertà degli uomini in quanto appartenenti al suo popolo (…). Il rito implica la capacità di valorizzare gli aspetti poliedrici della vita degli uomini e del popolo, come si conviene al sacramento. Il sacramento che cosa è? E’ la modalità attraverso la quale lo spirito di Cristo investe la vita nella sua concretezza e la trasforma. Investe il nascere, investe il crescere, la confermazione, investe il sentimento, il matrimonio, investe il dolore, il viatico e così via. Quindi è la trasformazione della vita quotidiana che passa attraverso la concretezza della materia, degli elementi, e si capisce bene come non esista veicolo della poliedricità degli aspetti del singolo e del popolo così ricco come il rito. Si capisce così come la liturgia porti con sé architettura, scultura, arte, musica eccetera, perché l’uomo vive di queste cose. Io credo che se si riflettesse un istante sull’esperienza del rito, come noi la facciamo ad esempio ogni domenica con il sacramento dell’Eucarestia, anche umanamente parlando, anche per un individuo che non ha mai incontrato Cristo, non è mai andato in Chiesa, si scoprirebbe che non esiste niente sul piano umano, non esiste gesto così potentemente espressivo (…)”.
Arch. Don Gianmatteo Caputo
“Quest’anno noi abbiamo proposto, proprio come evento collaterale della 51. Esposizione Internazionale d’Arte de la Biennale di Venezia la mostra “Già… e non ancora” che Lei ha avuto modo di inaugurare nella chiesa di San Lio. Dodici artisti che hanno presentato dodici interventi, segni d’arte per la liturgia, per la funzione e per la celebrazione. Nella sua introduzione il giorno dell’inaugurazione Lei Eminenza ha dato un valore particolare a questo evento, che vorrei ricordasse oggi ai nostri convegnisti”.
S.E.R Patriarca Angelo Scola
“(…) Bisogna che l’arte contemporanea, e un grande evento come la Biennale di Venezia di cui si parla in tutto il mondo, esca dalla logica che per un periodo dell’anno Venezia si offra come contenitore, in modo che possano venire ancora più turisti, che certo possono godere di cose belle. Occorre invece che, proprio modulandosi sull’idea del rito come punto di sutura tra la fede e la religione del popolo, stabilmente l’arte entri a far parte della vita della città che la propone, in particolare di un capolavoro per l’umanità come Venezia, e che quindi diventi occasione di incontro, di conoscenza, di accoglienza e dunque strumento formidabile per quel compito di accompagnamento di quel processo processo, non scelta) di meticciato di civiltà, a cui noi siamo chiamati. In questo senso sono rimasto molto colpito dall’iniziativa di San Lio, proprio perché ho visto, per la prima volta, sicuramente a causa della mia esperienza limitata, non più utilizzata una chiesa “morta” come contenitore espositivo, come museo, ma ho visto giocarsi artisti, anche giovani, anche alle prime esperienze, nel tentativo di far vivere meglio quel luogo ecclesiale come luogo in cui il rito, come fenomeno umano particolarmente denso ed elevato, possa esprimersi al meglio.
Perché appunto il rito, essendo gesto, ha bisogno di una qualità e di una versatilità di linguaggi che non sono riconducibili soltanto alla parola. Da questo punto di vista io credo che non si tolga nulla alla laicità della Biennale affermando che in San Lio c’è un paradigma di quello che la Biennale dovrebbe essere, cioè un popolo che sta dietro, ossia il committente reale del lavoro e che si propone, attraverso un gesto vitale, la liturgia che si celebra in una chiesa, di aprirsi, di spalancarsi a chiunque, di essere luogo di incontro amorevole, luogo del perdono, luogo dell’accoglienza, dell’ascolto, cosa che oggi è diventata sempre più difficile, luogo della con-gregazione, dell’unità, luogo dell’esperienza della pace, perché luogo in cui si accoglie la potenza del mistero di Dio che liberamente chiama la mia libertà a mettersi in gioco e farsi coinvolgere.
Io penso che l’arte sia se stessa quando realmente si colloca in questa prospettiva, indipendentemente dalle risposte che riesce a dare. E credo che, da questo punto, di vista il connubio tra arte e liturgia non sia per nulla estrinseco o accidentale, ma sia invece paradigmatico”.
Arch. Don Gianmatteo Caputo
“Un’ultima domanda: talvolta sia la formazione liturgica dei fedeli, sia quella artistica non sono così solide e approfondite. Spesso anche la partecipazione stessa alla liturgia si basa su impressioni, sul sentimento. Secondo Lei ci sono esperienze privilegiate che possono essere indicate per questo tipo di cammino? E soprattutto: che cosa i pastori, i responsabili, ovvero i committenti che talvolta sono anche le guide delle chiese e delle parrocchie possono aiutare i fedeli con espressioni artistiche contemporanee, magari anche dentro a chiese storiche?”
S.E.R. Patriarca Angelo Scola
“Vorrei rispondere a questa questione mettendo in evidenza un dato, e cioè che non bisogna ridurre la partecipazione al pur importante livello di coscienza nel partecipare. Questo livello di coscienza è necessario e va perseguito e va educato. Però, il primato del rito è tale per cui l’azione del rito precede, è un fare per comprendere e non viceversa. Non c’è bisogno prima di sapere per poi fare ed è proprio qui che l’arte, in tutte le sue espressioni, come i nostri padri ci hanno insegnato e come la straordinaria ricchezza di tutte le nostre chiese dimostra, svolge tutta la sua funzione. Perché ti tira dentro un gesto, e questo gesto ti fa fare un’esperienza sulla quale poi ci si interroga ed è quello che avviene normalmente nella vita, perché è soltanto l’esito dell’intellettualismo incominciato con l’epoca moderna che ci fa pensare che l’uomo procede prima imparando una teoria che poi applica alla vita. E’ il contrario: l’uomo è immerso in un’esperienza affettiva – il rapporto tra la madre e il bambino, il rapporto tra l’uomo e la donna etc. – e questa esperienza suscita nell’individuo un’infinità di perché e allora inizia la riflessione.
La stessa cosa avviene con la liturgia, perciò io credo che quel che debbono fare i pastori, i sacerdoti, ma anche i fedeli impegnati, sia proprio ritrovare la verità dell’oggettivo gesto liturgico per le loro persone, in modo tale che questo si comunichi per contagio, quasi per osmosi – perché l’educazione è un fatto osmotico, è un’arte, non è l’elaborazione di tecniche – si comunichi e contagi sempre più l’assemblea in modo da rendere la partecipazione sempre più sostanziale. E questa è esattamente la forza della bellezza, dell’arte, perché più un gesto è bello, ed è posto nella sua armonia, più provoca stupore, e lo stupore provoca interrogazione.
In un certo senso, come diceva il grande Balthasar, il bello è il fattore che mette in moto gli altri trascendentali, mette in moto il Buono, il Vero, l’Uno (…)”.
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA SEGRETARIA GENERALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
STORIA, COMPETENZE, FUNZIONI
L’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana, nato nel 1995, ha come principale finalità il coadiuvare in forma permanente la Conferenza Episcopale Italiana, le Diocesi, le Conferenze Episcopali Regionali e le Società di vita apostolica in tutto ciò che riguarda la tutela e la valorizzazione, l’adeguamento liturgico e l’incremento dei beni culturali ecclesiastici.
L’Ufficio, inoltre, intende favorire la collaborazione tra la Chiesa e le Pubbliche Amministrazioni – in particolare tra la C.E.I. e il Ministero per i beni e le attività culturali – allo scopo di agevolare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico, secondo le disposizioni dell’Accordo di revisione del Concordato. È datata 26 gennaio 2005 la nuova intesa tra il Ministero per i beni e le attività culturali ed il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche.
Negli ambiti di competenza, infine, l’Ufficio opera allo scopo di facilitare il dialogo, lo scambio di informazioni, la circolazione di esperienze e di competenze, la collaborazione all’interno delle Chiese che sono in Italia e tra le istituzioni ecclesiali e la società.
La competenza dell’Ufficio riguarda tutte le materie e le iniziative nelle quali si esprime la tutela, la valorizzazione, l’adeguamento liturgico e l’incremento dei beni culturali ecclesiastici, sulla base delle Norme del 1974, degli Orientamenti C.E.I. del 1992, delle direttive della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa. La competenza dell’Ufficio si estende anche alla cura degli archivi, delle biblioteche, dei musei e delle collezioni ecclesiastiche.
Per quanto riguarda le questioni attinenti la liturgia, l’edilizia di culto, la catechesi, il turismo, i problemi giuridici, che risultano connesse con la cura dei beni culturali, l’Ufficio Nazionale per i beni culturali procede in collaborazione e d’intesa con i competenti Uffici e organismi della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Allo scopo di perseguire le finalità che gli sono state affidate, l’Ufficio:
– svolge servizio di consulenza agli enti ecclesiastici e civili
– effettua visite e sopralluoghi
– organizza o prende parte a incontri, seminari, convegni e iniziative formative sia in forma autonoma sia in collaborazione con altri organismi ecclesiastici e civili. Ricordiamo, a titolo di esempio, l’ultimo Convegno Liturgico Internazionale, dal titolo “L’Ambone. Tavola della Parola di Dio”, realizzato a giugno 2005 a Bose, in collaborazione con il noto monastero.
– elabora specifici strumenti e predispone servizi per agevolare l’orientamento, la formazione, la documentazione e l’informazione. Tra i numerosi progetti di ricerca promossi dall’Ufficio ricordiamo quelli realizzati con la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale sul rapporto tra la teologia e l’arte.
L’azione di formazione e promozione dell’Ufficio si attua anche attraverso la promozione di pubblicazioni in materia di beni culturali ecclesiastici. Se ne segnalano quattro di recente pubblicazione:
“CHIESA E QUARTIERE. STORIA DI UNA RIVISTA E DI UN MOVIMENTO PER L’ARCHITETTURA
A BOLOGNA” – EDITRICE COMPOSITORI
“L’ALTARE MISTERO DI PRESENZA, OPERA DELL’ARTE” – EDIZIONI QIQAJON
“L’IMMAGINE DEL DIVINO. NELLE TRADIZIONI CRISTIANE E NELLE GRANDI
RELIGIONI” – EDIZIONI SAN PAOLO
“LA DISCIPLINA DEI BENI CULTURALI DI INTERESSE RELIGIOSO” – EDIZIONI ELECTA
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA SEGRETERIA GENERALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Direttore: don STEFANO RUSSO
STEFANO RUSSO
Dal 16 marzo 2005 è il nuovo direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Don Russo è nato ad Ascoli Piceno il 26 agosto 1961. Laureato in Architettura presso la facoltà universitaria di Pescara, dal 1990 è Presidente della “Commissione Arte Sacra e Beni Culturali” della Diocesi di Ascoli Piceno.
Nel 1991 consegue il Bacellierato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e il 20 aprile 1991 viene ordinato sacerdote. Dal 1991 è vicario parrocchiale nella Parrocchia di S. Giacomo della Marca ad Ascoli Piceno. Dal 1993 è Incaricato Diocesano per i Ministranti della Diocesi di Ascoli Piceno. Dal 1995 gestisce, promuove e coordina le attività del Museo Diocesano di Ascoli Piceno. Dal 1996 è Incaricato Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Marchigiana.
Nel 1998 promuove la fondazione dell’Associazione culturale “Asculum 2000”, che attraverso il volontariato realizza azioni di valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici nella diocesi di Ascoli Piceno (Progetto Chiese Aperte). Nel 1999 attraverso la Commissione e l’Ufficio arte sacra e beni culturali della diocesi organizza un corso di 300 ore per professionisti sulle tematiche dell’adeguamento liturgico e la progettazione di nuove chiese.
Dal 2000 al 2002 organizza ogni anno attraverso la Consulta per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Marchigiana il “Corso di formazione per gli operatori dei beni culturali ecclesiastici” delle diocesi marchigiane, mentre nel 2000 costituisce l’ufficio che coordina gli interventi di recupero degli edifici di valore storico-artistico danneggiati dal terremoto di pertinenza della Diocesi di Ascoli Piceno.
Dal 2001 è membro del “Comitato dell’Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici” della Conferenza Episcopale Italiana. Da ottobre 2002 è membro della Commissione per i beni e le attività culturali della Regione Marche. Dal 2000 al 2004 organizza, attraverso l’Ufficio arte sacra e beni culturali, diverse mostre di arte sacra presso il Museo diocesano di Ascoli Piceno: “Icona del Mistero. Segni e simboli eucaristici nella Diocesi di Ascoli Piceno” nel 2000; “Trasumanar… Il Baciccio nelle Marche, capolavori di luce” nel 2001; “I colori dell’Invisibile. Polittici e pale dal Rinascimento al Barocco” nel 2002; “Ecce Migdius. XVII secoli di storia nell’arte” nel 2004. Negli anni 2003-2005 organizza attraverso l’Ufficio arte sacra e beni culturali i “Corsi annuali di formazione per gli operatori dei beni culturali ecclesiastici” della Diocesi di Ascoli Piceno.
*Arte e Liturgia nel Novecento – Esperienze europee a confronto, Venezia Scuola Grande di San Teodoro (6 e 7 ottobre 2005, evento collaterale alla 51.Biennale Arte di Venezia)
Venezia, dalla redazione di aidanews 5 novembre 2005 (servizio di A. Miatello e J. Belhumeur, foto di A. Boaretto). E’ il 3. Convegno Internazionale di Arte e Liturgia nel Novecento, organizzato dalla Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana e dal Patriarcato di Venezia, che mette a confronto gli studiosi provenienti da Belgio, Germania, Portogallo, Repubblica Ceca, Svizzera e Italia.
Relatori: Mark Delrue (Museo Diocesano di Arte Contemporanea, Bruges), Alex Stock (Docente Università di Colonia, Germania), Ivo Binder (Critico d’arte, Brno, Repubblica Ceca), Johannes Stückelberger (Docente Università di Basilea e Friburgo, Svizzera), Enzo Biffi Gentili (Direttore del Seminario Superiore e del Museo Internazionale di Arti Applicate in San Filippo Neri, Torino).
Contributi di: Saluto di Davide Croff, Presidente della Fondazione Biennale di Venezia, Pio Baldi, Direttore Generale della DARC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Don Stefano Russo, Direttore Dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici, Segreteria Generale Della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Carlo Chenis, Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, Don Gianmatteo Caputo (Direttore dell’Ufficio Promozione Beni Culturali del Patriarcato di Venezia), Mons. Giancarlo Santi già Direttore dell’Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici della C.E.I., S.E.R. Cardinale Angelo Scola Patriarca di Venezia
III CONVEGNO INTERNAZIONALE “ARTE E LITURGIA NEL NOVECENTO – ESPERIENZE EUROPEE A CONFRONTO”
6 e 7 ottobre 2005 – Scuola Grande di San Salvador – Venezia
Roberta Migliavacca
Responsabile ufficio stampa III convegno internazionale “Arte e Liturgia nel Novecento – Esperienze europee a confronto”
organizzato da Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici della C.E.I. – Patriarcato di Venezia – 51.Esposizione d’Arte de La Biennale di Venezia
Programma Dei Lavori
Giovedì 6 Ottobre Giardini Della Biennale
Ore 9.00 Ritrovo all’ingresso dei Giardini della Biennale
Ore 9.30 Saluto di Davide Croff, Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia
Presentazione di Don Stefano Russo, Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici – Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana
Saluto di Pio Baldi, Direttore Generale della Darc – Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ore 10.15 Introduzione alla Mostra e Visita guidata alla 51. Esposizione Internazionale d’Arte de La Biennale di Venezia
Ore 13.00 Trasferimento alla Scuola Grande di San Teodoro
Scuola Grande di San Teodoro
Buffet
Ore 15.00 L’arte Liturgica nel XX secolo in Belgio
Mark Delrue – Museo Diocesano di Arte Contemporanea – Bruges
Ore 16.00 L’arte Liturgica nel XX secolo nella Repubblica Ceca
Ivo Binder – Critico d’arte – Brno
Coffeebreak
Ore 17.15 Arte Contemporanea e Liturgia: un dialogo possibile e necessario
Alex Stock – Università di Colonia
Moderatore
Don Gianmatteo Caputo
Direttore dell’ufficio Beni Culturali del Patriarcato di Venezia
Venerdì 7 Ottobre
Scuola Grande di San Teodoro
Ore 9.00 Apertura di lavori da parte Di S.E.R. Cardinale Angelo Scola
Patriarca Di Venezia
Ore 9.15 L’arte Liturgica Nel Xx Secolo In Portogallo
Clara Menéres – Università Di Evora
Ore 10.15 L’arte Liturgica Nel Xx Secolo In Svizzera
Johannes Stückelberger – Università Di Basilea E Friburgo
Coffeebreak
Ore 11.45 Oratorio E Laboratorio. Arte Liturgica E Arte Applicata
Enzo Biffi Gentili – Direttore Del Seminario Superiore E Del Museo Internazionale Di Arti Applicate In San Filippo Neri – Torino
Moderatore
Mons. Giancarlo Santi
Già Direttore Dell’Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici Della C.E.I.
Buffet
Ore 14.30 Trasferimento Alla Chiesa Di San Lio
Ore 15.00 Visita All’esposizione Già…E Non Ancora – Artisti Per La Liturgia Oggi
Introduzione Di Mons. Carlo Chenis, Segretario Della Pontificia Commissione Per I Beni Culturali Della Chiesa
Presentazione Di Don Gianmatteo Caputo, Coordinatore Dell’esposizione
Visita All’esposizione
Interventi Dei Curatori
Tito Amodei – Sala 1 – Roma
Giovanni Bonanno – Accademia Di Belle Arti – Palermo
Andrea Del Guercio – Accademia Di Belle Arti Di Brera – Milano
Adriano Di Bonaventura – Fondazione Staurós Italiana – Teramo
Ore 18.00 Conclusione Dei Lavori E Saluto Finale Di Don Stefano Russo
Seguono i contributi di: Clara Menères (Università di Evora), Johannes Stuckelberger (Università di Friburgo), Enzo Biffi Gentili (direttore MIAOO, Torino), don Stefano Russo, nuovo direttore Ufficio per i beni culturali ed ecclesiastici